Il caso Bari è approdato oggi (mercoledì 27 marzo) nella commissione parlamentare Antimafia, ma solo dopo Pasqua l’ufficio di presidenza deciderà se e quando calendarizzare le audizioni di Antonio Decaro, sindaco di Bari, e Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia.
Entrambi sono da giorni al centro di polemiche tra maggioranza e opposizione per l’aneddoto raccontato dal governatore pugliese che aveva detto di avere portato l’allora assessore al traffico, Decaro, a casa della sorella di un boss di Bari vecchia.
Aneddoto che risalirebbe a 18 anni fa, raccontato durante la manifestazione di solidarietà al sindaco organizzata a Bari sabato scorso, e prima smentito da Decaro (che sarà candidato alle Europee) e poi rettificato dallo stesso Emiliano. A chiedere le audizioni del sindaco, che si è detto “a disposizione della commissione”, e del governatore sono stati alcuni componenti della commissione.
Primo tra tutti, il vicepresidente Mauro D’Attis già domenica scorsa aveva giudicato le parole di Emiliano “degne di un approfondimento”. D’Attis aveva anche ipotizzato l’audizione di un ex presidente dell’Amtab, Antonio Di Matteo, che in un’intervista aveva parlato di “concorsi truccati, denunce e, soprattutto omertà”.
Elisabetta Piccolotti, parlamentare di Alleanza Verdi Sinistra, ha fatto sapere che su proposta della presidente Colosimo si è deciso “di aspettare l’arrivo complessivo degli atti riguardanti l’inchiesta di Bari prima di avviare le audizioni. È bene che il lavoro della commissione non sia sporcato dalle strumentalità politiche che, numerose, ci sono state in questi giorni contro un sindaco e una giunta che non risultato in alcun modo coinvolti in attività criminali”, ha detto.
Si valuterà anche la convocazione del procuratore antimafia di Bari che, peraltro, proprio in occasione degli arresti aveva escluso qualsiasi coinvolgimento del sindaco riconoscendo che “l’amministrazione comunale è stata costante nell’aiutare gli inquirenti a liberare questa città”. La commissione potrebbe anche valutare di ascoltare il ministro Piantedosi per “la procedura irrituale con cui ha deciso per l’invio della commissione”, ha detto Piccolotti.
Il fulcro attorno a cui ruota tutto è proprio la municipalizzata del trasporto cittadino finita al centro dell’inchiesta ‘Codice interno’ che nelle scorse settimane ha portato a 130 arresti e che ha disvelato oltre a scambi politico-mafiosi, anche la capacità dei clan di pilotare le assunzioni. Ma la vera miccia che ha fatto esplodere lo scontro politico è stata la decisione del ministro Piantedosi di inviare a Bari una commissione per valutare eventuali infiltrazioni nell’amministrazione, su sollecitazione di parlamentari pugliesi del centrodestra.
Il sindaco Decaro ha reagito convocando una conferenza stampa mostrando i faldoni della sua attività antimafia cui è seguita la manifestazione di piazza “Giù le mani da Bari”. Nel frattempo, la commissione è arrivata in città e da martedì 26 mezzo è in Prefettura per esaminare le migliaia di carte dell’inchiesta.
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