Claudio Stefanazzi

‘Troppa confusione’: le proposte PD per riformare concessioni balneari

L’indecisione del governo italiano continua a infliggere danni significativi ai gestori degli stabilimenti balneari e ai comuni interessati. A pochi giorni dall’apertura della stagione turistica, la situazione è caratterizzata da confusione e contenziosi, nonostante le promesse passate di Giorgia Meloni e Matteo Salvini.

Così in una nota Claudio Stefanazzi, deputato pugliese del Partito Democratico, che ha presentato proposte alla Commissione Finanze di Montecitorio per risolvere la questione delle concessioni balneari una volta per tutte. Stefanazzi spiega che l’emendamento sulla PDL Zucconi interviene direttamente sull’articolo 49 del codice della navigazione, cercando di portare ordine nel passaggio di consegne tra i concessionari.

La proposta del PD prevede diverse misure. In primo luogo, si stabilisce che tutte le opere, amovibili e non, debbano essere oggetto del nuovo bando di gara e adeguatamente indennizzate in favore di chi le ha realizzate. L’indennizzo sarà determinato prima dell’indizione della gara, garantendo chiarezza e trasparenza per tutti i soggetti coinvolti.

In secondo luogo, nel caso di ritardi nell’affidare la nuova concessione, lo Stato anticiperà l’indennizzo al concessionario uscente, recuperandone poi i costi nell’ambito della nuova gara, sempre a carico del nuovo concessionario.

Infine, la proposta del PD regola due scenari residuali: la possibilità per l’amministrazione pubblica di ordinare la demolizione delle opere e la restituzione del bene demaniale, con un indennizzo a favore del concessionario, e la possibilità per l’autorità pubblica concedente di acquisire qualsiasi tipo di opera insistente sull’area, anche senza intenzione di ridarla in concessione, purché rappresenti un valore aggiunto per il bene demaniale o per l’interesse pubblico.

Stefanazzi conclude che la proposta del PD mira a trovare un equilibrio tra gli interessi legittimi in gioco, assicurando la necessità di nuove gare e di canoni equi a favore dello Stato, senza mortificare gli imprenditori onesti che hanno investito nelle coste pubbliche, contribuendo alla loro valorizzazione e alla creazione di economie e posti di lavoro. Il governo è chiamato a non perdere ulteriore tempo, ma ad agire prontamente per consentire agli enti pubblici di sviluppare le proprie coste e ai concessionari di pianificare il proprio futuro con certezza.

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