BARI – Il 13 ottobre scorso avrebbe imbrattato l’ingresso monumentale del cimitero di Bari, il Distretto Unico Asl di via Giulio Petroni e le pareti del Ponte Adriatico. Il 19 gennaio scorso, invece, avrebbe preso di mira la scuola statale secondaria “Michelangelo” di viale Einaudi, le auto di Poste Italiane parcheggiate lì vicino, la sede regionale della Uil. In ultimo, il 6 aprile scorso avrebbe danneggiato le pareti dell’Istituto comprensivo Poggiofranco – Fiore e la banca Intesa Sanpaolo oltre a imbrattare le mura di via Alberotanza, via Giulio Petroni e viale Gandhi. Individuato dalla Digos e dagli agenti della Sicurezza Cibernetica “Puglia” del capoluogo pugliese il 33enne barese ritenuto responsabile di almeno tredici episodi di danneggiamenti e deturpamenti compiuti a Bari durante le ore notturne a partire da ottobre dello scorso anno. Le azioni sono state compiute mediante la realizzazione di scritte con vernice di colore rosso riferite al movimento di protesta “ViVi”, gruppo che si contraddistingue in origine per l’opposizione alle campagne vaccinali durante la pandemia. Nel frattempo la protesta del gruppo si è indirizzata anche su temi come l’Agenda 2030 e l’identità digitale.
In casa del ragazzo, sono state trovate e sequestrate apparecchiature informatiche di interesse investigativo, barattoli, bombolette spray di vernice rossa ed estintori modificati per l’utilizzo della vernice, parrucche e altro abbigliamento utilizzato per mimetizzarsi nel compimento delle azioni. La Postale, contestualmente, ha perquisito altre tre persone tra Bari e Lecce.
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