BARI – Detenzione e porto illegale di arma da fuoco con l’aggravante mafiosa. Con questa accusa, il gip del Tribunale di Bari, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti Angela De Cosmo, 35 anni, la donna che, la sera dello scorso 1° aprile, si trovava alla guida dell’auto su cui viaggiava Raffaele Capriati, detto Lello, figura di spicco dell’omonimo clan mafioso della città vecchia, nella circostanza rimasto vittima di un agguato mortale in via Bari, a Torre a Mare.
È emerso dalle indagini della Squadra Mobile del capoluogo che la donna, individuata a pochi giorni dal delitto e interrogata, si sarebbe impossessata con abilità dell’arma di proprietà di Capriati mentre gli operatori del 118 lo stavano rianimando. La pistola sarebbe caduta dalle tasche del corpo esanime dell’uomo e De Cosmo l’avrebbe recuperata sempre restando alla guida della sua auto. Una volta arrivato il personale del 118, si sarebbe allontanata a bordo della sua auto e impedendo il ritrovamento dell’arma. La ricostruzione degli investigatori si basa sulle dichiarazioni fatte da alcuni testimoni.
Lello Capriati, assassinato la sera di Pasquetta, era un pezzo da novanta della criminalità organizzata barese, figlio di Sabino e nipote del capo clan Antonio Capriati (detenuto al 41 bis, sconta una condanna all’ergastolo). Era stato scarcerato a fine agosto 2022 dopo una lunga detenzione di 17 anni per l’omicidio del 15enne Michele Fazio, quando aveva 18 anni. Fuori dal carcere, ormai 40enne, potrebbe aver preso in mano le redini degli affari illeciti del clan. La sera in cui è stato ammazzato era a Torre a Mare con la donna arrestata, non sua moglie, quando i sicari lo avrebbero raggiunto – forse lo stavano seguendo – e hanno fatto fuoco, colpendolo mortalmente alla testa e alla spalla con quattro proiettili calibro 9×21 di una pistola semiautomatica. La donna avrebbe atteso che arrivassero i soccorsi e poi si è dileguata.
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