BARI – Venti opere, realizzate con diversi tipi di stoffe, tessuti e materiali come bottoni, corde, elastici, che testimoniano l’esercizio pieno di una missione d’artista, intensa e dolorosa: un sarto migrante racconta la sua storia e quella di chi, come lui, è in viaggio e si perde in luoghi spesso ostili, trasformando l’espressione “attaccare bottone” in un gesto artistico. Il Museo civico di Bari ospita la mostra personale di Duli Caja, artista poliedrico che già negli anni scorsi ha donato al Comune la grande opera che capeggia in sala Giunta a palazzo di Città. È “esodo”, un’opera fitta di bottoni, un arazzo realizzato nel 2014 con scampoli di tessuto colorato e circa diciottomila bottoncini cuciti sulla stoffa, tanti quante le persone presenti sulla nave Vlora nell’agosto 1991. Ormai da trent’anni Duli Caja vive e opera a Roma, nel quartiere Prati, dove gestisce una sartoria che è allo stesso tempo atelier artistico.
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