“È stata una campagna elettorale molto concentrata, appena due mesi, sicuramente non tra le più entusiasmanti della storia, almeno che io ricordi“. La considerazione è di Giuseppe Brindisi, giornalista pugliese e conduttore di Zona Bianca su Mediaset, nel corso de Il Punto, programma di approfondimento politico in onda su Antenna Sud a cura di Manila Gorio. “Sono stati tanti gli argomenti trattati in queste settimane, il più sentito quello legato al reddito di cittadinanza che probabilmente ha fatto la differenza, soprattutto al Sud. Il succo di questa campagna elettorale in un certo senso ce l’aspettavamo, non ci resta che attendere e capire cosa succederà dalla prossima settimana”.
CAMPAGNA VIOLENTA – “Al di là delle parole di Michele Emiliano rivolte alla destra (“La Puglia è come Stalingrado, spurerete sangue, ndr), effettivamente è stata una campagna elettorale molto violenta. I toni sono andati un po’ sopra le righe, ma probabilmente è un mezzo come tanti per arrivare al risultato che si vuole raggiungere”.
LETTA E IL MAZZO DI FIORI – “Quando Renzi sostiene che Giorgia Meloni debba regalare un mazzo di fiori a Enrico Letta per avergli fatto vincere le elezioni, non ha tutti i torti. In questa campagna elettorale, il PD si è mantenuto spesso su temi aulici senza entrare nel merito di ciò che davvero interessa alla gente”.
GIORGIA MELONI – “È evidente che per Giorgia Meloni e il Governo di Centrodestra saranno mesi duri, complicati. Dovranno prendere decisioni gravi, alcune anche impopolari. Il tema caldo del caro bollette ha condizionato la campagna elettorale e sta condizionando anche la formazione di un Governo che non è ancora nato e che non ha ottenuto il placet dal presidente della Repubblica.
SERGEJ LAVROV – “È stata un‘intervista molto discussa, che ancora oggi fa notizia. La chiacchierata con Lavrov (Ministro degli affari esteri della Russia, ndr) è una delle medaglie della mia carriera che porterò sempre sul petto. Qualcuno ha pensato che avessimo ottenuto quell’intervista grazie all’intermediazione di Silvio Berlusconi, non è stato così. È il risultato di un normalissimo lavoro di redazione, senza retroscena particolari o movimenti oscuri”.
SOCIAL E POLITICA – “I social non condizionano il giudizio degli italiani. Così fosse, l’endorsement della Ferragni, che ha milioni di follower, avrebbe potuto spostare gli equilibri del risultato elettorale, ma abbiamo visto com’è andata a finire. Però, è importante esserci, e i politici ora hanno scoperto anche Tik Tok. L’ha scoperto soprattutto Silvio Berlusconi, che ci è entrato facendola da padrone con milioni di contatti per il suo primo video. Però, al di là dei social, poi la campagna elettorale si è sviluppata principalmente sui mezzi tradizionali, televisione in primis, e sarà così ancora per molti anni”.
https://youtu.be/_PEGHhEGRHA
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