Sindacati all’attacco dopo un incontro che definiscono “insoddisfacente” a Palazzo Chigi, in cui il Governo “ha fatto un passo indietro” sull’ex Ilva di Taranto. L’esecutivo, spiegano al termine dell’incontro, “si sta confrontando con Arcelor Mittal per rinegoziare le prospettive, ma non ha dato informazioni concrete rispetto a quali sono le basi su cui si sta svolgendo questo confronto, né tempi certi”.
Insomma nessuna novità, ma per i sindacati solo una certezza: “Siamo all’eutanasia in Italia di fatto di Acciaierie d’Italia e siamo all’eutanasia della siderurgia in Italia”, dice Michele De Palma della Fiom. Per domani, giovedì 28 settembre, lo sciopero di 24 ore è confermato.
“Il Governo, che considera l’incontro di oggi come la tappa di un percorso in atto – ha commentato Palazzo Chigi in una nota – e che è ben consapevole dell’urgenza degli interventi, ha ribadito l’impegno a dare soluzioni di prospettiva, concentrando la propria azione in modo prioritario sul completamento del percorso di decarbonizzazione, sulla positiva definizione delle procedure d’infrazione in atto, sulla verifica del concreto impegno del socio privato al rilancio dell’impianto e sulla garanzia della sicurezza negli stabilimenti”.
E anche in seguito “alle interlocuzioni in corso con gli azionisti, sarà calendarizzato a breve un nuovo momento di confronto con i sindacati”, assicurano da Palazzo Chigi. Secondo Roberto Benaglia, segretario generale di Fim “noi siamo di fronte ad una situazione urgente: il gruppo sta collassando” e “servono 5 miliardi per fare tutto quello che serve e il tempo è decisivo. Il governo deve accelerare. Ci riuniremo tra qualche giorno perché questa vertenza sta esplodendo, la mancanza di risposte di oggi ci preoccupa. Senza Acciaierie di Italia e senza siderurgia il paese non ha solo 20mila lavoratori a rischio, ma è più povero e arretrato”.
Da parte del governo, sottolinea Rocco Palombella, segretario generale Uilm, “non ci sono state risposte, anzi ci sono stati passi indietro, perché mentre qualche mese fa ci dicevano che c’era la possibilità di risalire in maggioranza negli assetti, che 680 milioni dati a gennaio servivano come anticipo di capitale e c’era la possibilità che lo Stato, il governo, assumesse la maggioranza all’interno di questa amministrazione adesso questo ragionamento è tutto cassato. Anzi hanno cominciato ancora una volta, come il governo Conte uno e Conte due, a fare una interlocuzione con Mittal”, ma “la storia con Mittal è finita, sono cinque anni che questa storia va andare avanti. Ora basta non scherzate più”.
Un incontro “deludente” dice Usb e “ancora una fumata nera” afferma Ugl Meltalmeccanici I sindacati ad oggi non hanno “certezza sul piano industriale, anzi neanche gli obiettivi precedenti sono stati centrati, neanche quelli rimaneggiati successivamente sono stati centrati, anzi noi abbiamo maggiori emissioni e maggiori rischi per la salute e sicurezza perché la gente è in cassintegrazione e non si fanno le manutenzioni dentro gli impianti”, conclude De Palma. Ovviamente, a partire dallo sciopero di 24 ore di domani nello stabilimento di Taranto, “le iniziative che sono in corso dentro gli impianti sono tutte quante confermate”.
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