Il tentato sequestro lampo di un imprenditore del settore tessile barlettano, che ha portato all’arresto di sette persone (sei in carcere, una ai domiciliari), è avvenuto “nella provincia Barletta-Andria-Trani dove la criminalità organizzata ha messo radici”.
Lo ha evidenziato Roberto Rossi, procuratore di Bari, invitando gli imprenditori a “collaborare perché il silenzio è un danno non solo per lo Stato e la collettività, ma anche perché mette a rischio l’incolumità delle persone coinvolte in questi sequestri”.
”Ad agevolare il fenomeno – ha aggiunto Francesco Giannella, procuratore aggiunto – è il clima di intimidazione che nasce dalla consapevolezza da parte del territorio della presenza di organizzazioni criminali, che creano un clima di paura che permette loro di chiedere somme di denaro ingenti in cambio della liberazione degli ostaggi”.
Il gip del Tribunale di Bari ha contestato ai sette indagati proprio il metodo mafioso, “in considerazione della caratura delinquenziale dei soggetti coinvolti”, si legge nell’ordinanza in cui il gip sottolinea il “contesto ambientale di operatività, caratterizzato dal fenomeno dei sequestri lampo”, e le “modalità esecutive della condotta tali da evocare, non solo nella vittima, ma nell’intera collettività, la forza intimidatrice tipicamente mafiosa”.
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