ROMA – Aumenti salariali, democrazia sindacale, riconoscimento del lavoro usurante e stop alla riforma dei porti: è quanto chiede Usb che ha proclamato una prima giornata di sciopero per il giorno 5 aprile. Al centro del confronto, si legge in una nota, c’è la piattaforma USB sul rinnovo del contratto nazionale di lavoro con la richiesta di aumenti salariali reali di almeno 300 euro in paga base (no welfare) e la convocazione di una propria delegazione al tavolo del contratto nazionale così come previsto dal Testo Unico sulla Rappresentanza e il conteggio dei dati associativi. Le organizzazioni datoriali, ricorda il sindacato, hanno al momento rifiutato il confronto “nonostante la nostra effettiva rappresentatività nei porti e una richiesta ufficiale”. Usb – riporta l’Ansa – inoltre che c’è “forte preoccupazione per una riforma portuale voluta dall’attuale Governo, che rischia di andare a demolire ulteriormente la Legge 84/94 introducendo la privatizzazione delle autorità portuali e la messa in discussione definitiva delle compagnie portuali e in generale degli Art 17. Si parla di introdurre nuovi elementi di flessibilità e precarietà, come già fatto nel porto di Gioia Tauro con il famigerato accordo sul lavoro intermittente”. Secondo il sindacato non c’è invece nessuna apertura verso il riconoscimento del lavoro portuale come usurante né nessun intervento per la sicurezza e contro le morti sul lavoro.
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