Batterie al litio e pile sono dispositivi sempre più utilizzati per alimentare una grande varietà di dispositivi, dai veicoli elettrici agli apparecchi acustici, senza dimenticare i numerosi apparecchi smart.
Fondamentali per compiere il grande passo verso la transizione ecologica, il cui obiettivo primario è quello di combattere i cambiamenti climatici e di ridurre l’inquinamento, le batterie ministilo e pile di vario genere presentano però un problema legato al riciclo.
Anche quando si tratta di semplici pile AAA, il riciclo non è un optional, ma è obbligatorio, in quanto è l’unico metodo di cui si dispone per ridurre l’impatto nocivo dei metalli pesanti sull’ambiente e per immettere nuovamente nel ciclo produttivo materiali preziosi per la produzione di dispositivi tecnologici e altri prodotti.
I metodi per riciclare questo genere di rifiuti certo non mancano, eppure quelli attualmente più utilizzati presentano alcuni aspetti negativi che non possono essere trascurati. Qui entra in gioco la ricerca, la quale sta introducendo nuovi metodi di riciclo in grado di unire alte prestazioni a un basso impatto ambientale. Tra le soluzioni più innovative del momento c’è quella di AraBat, startup italiana che ha individuato un metodo che consente di riciclare le batterie in modo sostenibile sfruttando gli scarti degli agrumi.
L’importanza del riciclo delle pile e delle batterie
Utilissime e amiche della natura fino a quando possono essere utilizzate per alimentare i dispositivi elettrici, pile e batterie possono diventare un problema se vengono gettate nei rifiuti non recuperabili o, peggio ancora, in un prato o in un fiume.
Questo vale anche per le comuni pile ministilo, in apparenza innocue, ma ricche di metalli pesanti. Chiunque può acquistare facilmente questi prodotti da negozi fisici di vari genere o online; ad esempio si possono trovare pile AAA su RS, sito su cui è disponibile un ampio catalogo di prodotti. Queste batterie tripla A sono tra le più diffuse in quanto consentono di alimentare tantissimi dispositivi, dai telecomandi agli orologi.
Dopo l’uso, quando sono ormai esaurite, queste pile, come tutte le altre, devono essere conferite negli appositi cassonetti oppure, in alternativa, portate presso le isole ecologiche o consegnate ai rivenditori. In questo modo si eviterà di danneggiare l’ambiente e si favorirà, grazie al recupero di materiali preziosi, lo sviluppo di un’economia di tipo circolare.
Il riciclo delle batterie attraverso i resti degli agrumi
Le pile ministilo AAA vengono generalmente riciclate attraverso due metodiche principali: l’idrometallurgia e la pirometallurgia.
La prima, come si evince dal nome, fa utilizzo di soluzioni acquose, le quali vengono arricchite con agenti chelanti atte a separare i metalli; la seconda sfrutta temperature estremamente elevate. Entrambe le tecniche presentano alcuni inconvenienti, in quanto impattano notevolmente sull’ambiente. L’idrometallurgia a causa degli acidi e dell’elevato consumo di acqua, la pirometallurgia per via del grande consumo di energia.
AraBat ha ideato un nuovo metodo per separare i metalli, basato sull’uso di acido citrico e buccia d’arancio fatta seccare nel forno e ridotta in polvere tramite macinazione. L’azione congiunta dell’acido, della cellulosa e degli antiossidanti permette di estrarre dalle batterie cobalto, litio, nichel e manganese molto puri.
Il progetto della startup italiana è stato selezionato tra i 168 presentati in occasione del programma di accelerazione promosso da PoliHub, il Politecnico di Milano e la Camera di Commercio del capoluogo lombardo.
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