Manduria, Ucciso e gettato da un viadotto, in tre a giudizio

TARANTO – Il gup del Tribunale di Lecce Giulia Proto ha rinviato a giudizio tre giovani accusati dell’omicidio del ventunenne di etnia rom Natale Naser Bahtijari, ucciso nell’ambito di un regolamento di conti legato allo spaccio di droga a Manduria (Taranto) e gettato da un viadotto la notte tra il 22 e il 23 febbraio scorso. Alla sbarra i manduriani Vincenzo Antonio D’Amicis di 20 anni, Domenico D’Oria Palma e Simone Dinoi, entrambi di 23 anni. Rispondono di concorso in omicidio pluriaggravato dai motivi futili, dall’avere agito con crudeltà e dal metodo mafioso, di tentata distruzione e/o soppressione di cadavere, di concorso in porto in luogo pubblico di armi da punta e da taglio, di detenzione illegale e ricettazione di arma e relativo munizionamento. Per D’Amicis e Dinoi è contestato l’acquisto e detenzione di sostanza stupefacente e per il primo anche il furto aggravato. A giudizio anche il nonno di D’Amicis, Vincenzo Stranieri, 64 anni, ex boss della Sacra corona unita, soprannominato “stellina”, accusato (assieme al nipote) della rapina dell’auto con la quale il giovane rom si era recato a Manduria. Secondo l’accusa, avrebbe raggiunto la vettura Fiat 500 con a bordo le due ragazze che accompagnarono la vittima, costringendole a lasciare il mezzo e a consegnare loro le chiavi, con frasi minacciose (“scendete dalla macchina o vi sparo in testa”). Il processo inizierà il 19 gennaio del 2024. Respinta dal gup la richiesta di processo con rito abbreviato. Nell’udienza del 7 dicembre prossimo si deciderà sulla posizione del fratello della vittima, Suad Bahtijari, di 29 anni, accusato di aver ceduto 100 grammi di cocaina ai tre principali imputati, e sulla richiesta di patteggiamento a un anno e sei mesi avanzata dal titolare del pub di Manduria accusato di favoreggiamento perché avrebbe disattivato l’impianto di videosorveglianza dell’attività e avrebbe ripulito con la candeggina le tracce di sangue lasciate dalla vittima sul pavimento e su altri arredi dopo il pestaggio. Il cadavere fu trovato sotto un cavalcavia della via vecchia comunale che conduce ad Oria (Brindisi). (ANSA).

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