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Lecce, Scorrano: ‘Via XXV luglio contraddizione di chi amministrava città’

Recentemente, la rimozione di un cordolo pericoloso in via XXV Luglio ha generato un acceso dibattito nella città, con proteste e critiche provenienti da chi ha governato per sette anni. Questo intervento, volto a migliorare la sicurezza stradale e a spostare la pista ciclabile sul lato destro della carreggiata, conforme alle normative, ha suscitato reazioni sorprendenti.

Inizialmente, alcune fonti avevano riportato che la pista ciclabile fosse stata completamente eliminata, notizia poi rivelatasi infondata. Successivamente, le critiche hanno riguardato la pericolosità della pista, realizzata sulla corsia dedicata a bus e taxi.

“Ciò che sorprende è che le stesse persone che oggi protestano non avevano sollevato obiezioni quando sono state installate piste ciclabili promiscue lungo viale Otranto e viale Cavallotti”, scrive in una nota Gianpaolo Scorrano, assessore all’Urbanistica della Città di Lecce.

“Queste scelte, che avevano suscitato polemiche in passato, sono state accolte senza contestazioni significative. Anche l’ex sindaco, noto per il suo sostegno alla ciclabilità, ha evitato di utilizzare la pista di via XXV Luglio, rendendosi conto dei rischi che comportava, non solo per i ciclisti, ma anche per motociclisti e automobilisti, specialmente durante le ore notturne”, continua.

”Le iniziative di protesta, come flash mob e raccolte firme, sembrano riflettere più una resistenza da parte di chi ha perso le elezioni piuttosto che un reale interesse per la sicurezza stradale. L’attuale amministrazione ha invece dimostrato di prendere seriamente in considerazione le richieste della cittadinanza, attuando misure per garantire la sicurezza pubblica in linea con il proprio programma elettorale”, aggiunge.

“È fondamentale che si comprenda l’importanza di ascoltare i cittadini in modo costante, non solo durante le campagne elettorali. Questo è il messaggio che emerge da questa situazione, evidenziando la necessità di un dialogo aperto e costruttivo nella governance della città”. conclude Scorrano.

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