“Cinque sì ai quesiti per un’Italia più moderna e giusta: partecipare significa ribellarsi alle ingiustizie”
“Il futuro si sceglie, non si subisce”. Con questo messaggio, Francesco Boccia, presidente dei senatori del Partito Democratico, ha rilanciato da Taranto la campagna a sostegno dei cinque sì ai referendum in programma l’8 e 9 giugno, denunciando quella che definisce “una manovra di oscuramento da parte dei mezzi di informazione legati alla destra e del servizio pubblico”.
Secondo Boccia, è fondamentale tornare a parlare quotidianamente di partecipazione democratica: “Noi continuiamo a farlo in ogni strada e in ogni piazza. A Taranto si sarebbe potuto votare già al primo turno, ma la scelta di spostare il voto a giugno è stata dettata dalla paura della destra, sempre più distante dal confronto democratico”.
Nel suo intervento, il senatore ha evidenziato l’importanza di ciascun quesito referendario: “Il quesito sui licenziamenti illegittimi tocca oltre 3,5 milioni di lavoratori, quello sulle tutele per le piccole imprese interessa 3,7 milioni di soggetti, mentre sul fronte della sicurezza sul lavoro, ogni anno si registrano 500.000 denunce e **1.000 morti”.
Boccia ha anche ribadito il valore del diritto di voto come atto di partecipazione e reazione contro l’arretramento dei diritti: “Chi nega queste battaglie, difende una condizione di sfruttamento. Mentre il mondo va avanti, le destre tornano indietro”.
Infine, un appello diretto alla cittadinanza: “Andiamo tutti a votare, non lasciamo che siano altri a decidere per noi. Partecipare è un diritto e un dovere civico”.
L’intervento si è svolto nell’ambito delle iniziative elettorali a sostegno della candidatura di Piero Bitetti a sindaco di Taranto.
potrebbe interessarti anche
Regionali, Pd pronto a chiudere conferenza sul programma
Matera, “Centrodestra pronto ad allargare il campo per garantire stabilità”
Piantedosi: “La morte di Legrottaglie mostra fragilità del sistema”
Regione, si torna in aula con l’avvicendamento azzurro
Regionali, Emiliano replica a Decaro: “Non sono il tutore di nessuno”
Salvini: “Chi ferma i criminali non deve finire sotto inchiesta”