BARI – La “Pearl Harbour europea”, così viene spesso chiamato il bombardamento che la Luftwaffe fece sul porto di Bari per colpire le navi americane, il 2 dicembre 1943, verso la fine della Seconda Guerra Mondiale. Un accadimento che ebbe effetti devastanti sulla popolazione perché la nave americana John Harvey trasportava un carico segreto di bombe all’iprite, e dalla quale fuoriuscirono sostanze tossiche che contaminarono militari e civili. Un bilancio tragico: oltre mille vittime, tra militari e civili. Per la rassegna “Incontri d’autore”, la Fondazione Tatarella ha ospitato l’anatomopatologo Franco Introna, autore di “Il bombardamento di Bari del 2 dicembre 1943. Misteri, incertezze, motivazioni e bugie”, volume edito da Adda editori. Il libro ad 80 anni dal tragico evento, cerca di fare luce sulle vicende. Perché il 2 dicembre 1943 i tedeschi bombardarono il porto di Bari? Perché non considerarono altri bersagli sensibili? Questi e molti altri sono gli interrogativi a cui il professore risponde con una ricerca minuziosa e documentata.
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