“Che ArcelorMittal non avesse più intenzione di investire un euro sull’ex Ilva di Taranto era noto da mesi: quella di oggi è un po’ la scoperta dell’acqua calda. Purtroppo il tavolo saltato nel pomeriggio di lunedì 8 gennaio è la cronaca di un disastro annunciato, perché dal suo insediamento il governo Meloni ha preso una serie di decisioni tutte catastroficamente sbagliate. Dal ripristino dello scudo penale al riesame dell’Aia per spalancare le porte a un’altra decade di ciclo a carbone, dal prestito di 680 milioni a Mittal senza alcuna garanzia per i lavoratori e l’indotto, al tentativo di scaricare sul partner privato i costi della riconversione, Meloni e la sua squadra di governo hanno brancolato per 15 mesi nel buio più totale. E questi sono i risultati”. Così la nota del senatore Mario Turco, vicepresidente del M5S.
”Il responsabile numero uno di questo quadro desolante è il ministro Fitto, che con il colosso franco-indiano ha raggiunto l’intesa su un memorandum dai contenuti ancora ignoti. Il caso dell’ex Ilva è la prova provata dell’incapacità di questo governo, nel quale abbiamo anche un ministro dell’Industria, Urso, che lascia sbrogliare ad altri le matasse che gli competono, e di un Ministro dell’Economia, Giorgetti, che da oltre tre anni non fa altro che ostacolare qualsiasi progetto di rilancio e di sostegno del territorio tarantino”, aggiunge Turco.
”Ora la Presidente Meloni prenda atto della volontà di Mittal e faccia scendere definitivamente in campo lo Stato, così come era stato definito nel corso del Governo Conte II, per chiudere le fonti inquinanti e riconvertire l’intero territorio. L’ex Ilva è un sito produttivo anacronistico e follemente impattante sulla salute dei tarantini: bisogna ripartire con la totale riconversione del polo siderurgico, consapevoli che il ciclo a caldo va completamente archiviato e gli annessi obsoleti processi produttivi pure. E’ chiaro che tutto ciò avrà costi sociali enormi, per questo la riconversione degli impianti va inserita in un ampio accordo di programma che riguardi l’intera città, tanto dal punto di vista economico quando da quello culturale e sociale”, prosegue il senatore Turco.
“L’Ilva come l’abbiamo conosciuta non esiste più. È fuori dal tempo ed è necessario capire che i volumi di prodotto da economia di scala del passato non saranno più raggiungibili. Bisogna aprire ad una diversificazione industriale che sia sostenibile, ambientalmente ed economicamente, e condivisa dallo stesso territorio. Purtroppo questo governo finora ha chiuso gli occhi su tutto e non ha prodotto alcuna soluzione. Nel frattempo migliaia di lavoratori rischiano il licenziamento, altri sono senza reddito e centinaia di imprese dell’indotto sono sul lastrico”, conclude Mario Turco, vicepresidente M5s.
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