Brindisi, Uil: “realtà sanità diversa da elogi”

Nota dalla Uil Brindisi e della funzione pubblica Uil sul tema sanità dopo il comunicato di “elogio” da parte della regione Puglia

“Leggiamo un comunicato stampa della Regione Puglia datato 25/07/2023, la quale è identificata tra le 14 Regioni promosse dal Ministero della Salute per la valutazione relativa all’ erogazione dei LEA (livelli essenziali di assistenza), ovvero quelle prestazioni sanitarie che le regioni devono garantire gratuitamente o previo il pagamento del ticket in riferimento all’ anno 2021. La Puglia risulta essere tra le regioni promosse o meglio, ad essere state valutate adempienti. L’ assessore Palese cogliendo al balzo questa promozione, dichiara che” sette anni fa eravamo in fondo alla classifica e ora siamo più vicini alla vetta, ma abbiamo ancora da fare. Riconoscimento ribadito dalla Fondazione Gimbe che premia tutti gli sforzi per qualificare e rendere più efficiente il Sistema Sanitario Regionale”. Osserviamo invece dal canto nostro, un forte contrasto con la realtà dei fatti, che grazie alle politiche reali, ledono la dignità umana di chi lavora e di chi ha bisogno di cure. Vorremmo sapere quali criteri, indicatori e standard siano stati applicati nella valutazione, di parametri tali da raggiungere questi “alti livelli” soprattutto in piena pandemia Covid, quando sono state interrotte quasi la totalità delle prestazioni, ad oggi mai recuperate (liste di attesa inquantificabili). Vorremmo sapere cosa dicono le ricerche qualitative e quantitative, gli Audit sul personale e l’utenza e sulle condizioni in cui gli stessi sono costretti a vivere quotidianamente che va ben oltre la lesione dei più comuni diritti umani. “Questo risultato ci incoraggia a continuare sulla strada intrapresa” – ha concluso l’assessore- “perché sembra quella giusta e a fare sempre meglio. Lo dobbiamo ai cittadini e agli stessi medici e operatori sanitari”, proprio gli stessi, aggiungeremmo noi, maltrattati ed abbandonati da una regione che a Brindisi ha dimostrato tutta la sua assenza nel gestire una crisi senza fine, con metodi e approcci superati e contrari alle attuali evidenze dello stesso Gimbe (organizzazione indipendente che favorisce la diffusione delle migliori evidenze scientifiche al fine d migliorare la salute delle persone) che ha promosso la regione, ma probabilmente Brindisi non è stata considerata nello studio, un BIAS (errore), che in ambito scientifico non è accettabile da chi fa ricerca con metodo e giudizio.

Vorremmo capire anche con migliaia di posti vacanti, chiusure di strutture sanitarie, accorpamenti di servizi, come si possano realizzare i LEA in maniera eccellente così come si riporta nel comunicato stampa e come si possa soprattutto, dichiarare con la situazione sanitaria attuale, di avere le potenzialità per migliorare tale posizione, vista la più totale assenza di interesse ai problemi della Asl brindisina. Ad oggi permane a chi legge sbigottito queste affermazioni, uno dei più grandi misteri ancora da decifrare. Il tutto, mentre si festeggiano “gli straordinari successi” della sanità Pugliese e a Bari si discutono indennizzi economici di fine mandato ai consiglieri regionali. Intanto negli ospedali del brindisino continua la morsa dell’inferno dovuto all’ondata di calore di questo periodo, ma soprattutto alle gravi carenze di personale sanitario, ad oggi mai risolte. Vorremmo capire chi segue le aziende responsabili della gestione e manutenzione del “Freddo/ Caldo” all’interno del “Perrino”, laddove i ricoverati sono costretti a refrigerarsi con ventilatori personali, addirittura anche nelle terapie intensive. Un vero e proprio inferno con il sistema di condizionamento in tilt, senza alcuna prospettiva ad oggi di ripristino, ma soprattutto vorremmo sapere di chi sono le responsabilità, visto il silenzio della Direzione dell’Area Gestione Tecnica e della Direzione Generale della Asl di Brindisi.

Situazione gravissima anche nei locali pronto soccorso, con una temperatura all’interno degli ambienti di 42 gradi circa ed in alcuni momenti(è successo davvero) con 14 ambulanze parcheggiate all’esterno sotto il sole, costrette a restare ferme perché impossibilitate ad affidare i propri trasportati, in un clima rovente senza condizionamento, con all’interno degli stessi locali altre 200 persone che attendevano il proprio turno, nonchè con le croniche carenze di personale e i già denunciati problemi strutturali. Conosciamo la solita storia della carenza di medici ma non riusciamo a capire dove sia finito il personale barelliere/ausiliario, visto che con tre-quattro unità, il pronto soccorso deve far fronte alle necessità del nostro bacino d’utenza…sarà forse stato destinato ad altri contesti all’interno della struttura oppure ci sarà una carenza cronica anch’essa già denunciata decine di volte? Vorremmo capire poi, il perché ci sia un tale accanimento nei confronti del personale del pronto soccorso, da sempre costretto ad agire in condizioni disumane, con conseguente stress da lavoro correlato e stress termico, per poi essere portato alla gogna mediatica allorquando si sospetti di possibile errore. Potremmo continuare con il problema ascensori ad oggi mai risolto (sai mai, continuando ad evidenziarlo, qualche anima pia prima o poi si metta una mano sulla coscienza

attivandosi in qualche maniera), che è addirittura peggiorato. Il personale di Sanitaservice addetto alle mansioni di “ascensorista”, a causa della carenza di personale di supporto è stato destinato ad altro incarico con conseguenti situazioni che creano disagio e rischi alla salute pubblica. Ascensori di utilizzo “riservato” vengono sfruttati dall’utenza intera con blocco o ritardo per il trasporto di ricoverati urgenti e non. Non risultano me esistono ormai più, i percorsi di “pulito e sporco” allorquando tutti gli ascensori vengono utilizzati per tutto e tutti, con gravi rischi di infezioni durante il trasporto o trasferimento di utenti/pazienti anche affetti da patologie “particolari”. Senza parlare delle barriere architettoniche presenti in ogni presidio e struttura della Asl, che dovrebbe essere la capolista nel promuoverne l’abbattimento ed invece non consente nemmeno all’utenza più ”fragile” o ancor peggio ai propri dipendenti più “deboli” (le categorie protette),” di poter lavorare in santa pace, perchè le strutture sono piene di elementi costruttivi che impediscono, limitano e rendono difficoltoso lo spostamento o addirittura la fruizione dei servizi, soprattutto per le persone con limitata capacità motoria.Cosi, nell’indifferenza più totale, continua in maniera esponenziale il declino della sanità pubblica, nel silenzio dei vertici regionali in linea con una politica di abbandono della sanità brindisina, con preoccupanti dichiarazioni in un’antitesi tra quanto dichiarato e quanto vissuto nella realtà, binari distanti anni luce, purtroppo.

Intanto attendiamo il nuovo Direttore Generale speranzosi; speranza si, perché ormai non ci resta altro che sperare in quest’ enorme desolazione.’

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