Il consigliere comunale di Svolta Liberale Taranto, Mimmo Festinante, ha evidenziato come con “il piano di assunzioni varato in questi giorni dalla Regione Puglia si dà avvio ai piani di fabbisogno e ai piani assunzionali delle Aziende del Servizio Sanitario Regionale per l’anno 2024. Finalmente si mette mano a un processo strategico e assai delicato, ma ci sono ancora molti interrogativi a cui bisogna dare una risposta”.
“Il primo interrogativo riguarda la natura stessa dei piani di fabbisogno – spiega -. Dovrebbero contenere una visione complessiva dei bisogni in materia di assunzioni per l’intero servizio sanitario regionale. Per la Regione Puglia la priorità è l’assunzione di 2.300 nuove unità nel biennio, ma i numeri individuati per Taranto sono solo 461 unità da ripartire per tutte le figure professionali. Numeri assolutamente insufficienti per il territorio tarantino che coprono a malapena i pensionamenti come nel caso dell’ospedale S.S. Annunziata in cui mancano all’appello 100 infermieri”.
”Da decenni, la sanità regionale non assume a piè di lista, ma all’interno di vincoli stringenti di compatibilità economica e di produzione. Pertanto invitiamo il presidente Michele Emiliano a rivedere la ripartizione numerica di tale intervento rispetto al panorama complessivo dei fabbisogni della sanità ionica, andando oltre il metodo matematico di calcolo del fabbisogno basato sui posti letto ‘attivi’ e sulla produzione del 2023”, continua Festinante.
Per il consigliere Festinante è “fondamentale disporre di una visione complessiva dei fabbisogni della sanità tarantina”, ponendosi un quesito: “Mi chiedo se nella mente del Presidente ci sia un ordine di priorità e di equa distribuzione dei fabbisogni. L’assunzione dei medici è una priorità? Per noi sì, ma non sembra che ci sia tale consapevolezza nel provvedimento emanato il 27/05/2024 dalla Giunta Regionale Pugliese”.
Pertanto conclude domandandosi se “stare dentro questi vincoli stabiliti dalla Regione Puglia per Taranto e Provincia significherà soddisfare la nostra domanda di salute? Io credo proprio di no, perché senza una visione unitaria del servizio sanitario regionale non usciremo mai dall’emergenza”.
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