Arresti a Bari, due testimoni svelano: “Così pagati per il voto”

Ci sono due testimoni ascoltati durante le indagini che svelerebbero il presunto sistema per raccogliere voti e che è stato rivelato dall’inchiesta della procura di Bari che ieri ha portato ad otto arresti per corruzione elettorale in due tornate amministrative nei comuni di Grumo Appula e Triggiano e coinvolgendo l’assessora regionale Anita Maurodinia che è indagata e che ieri si è dimessa dall’incarico e dal Pd. Nell’inchiesta sono coinvolti, tra gli altri il marito dell’ex asssessora, Sandro Cataldo e il sindaco di Triggiano, Antonio Donatelli, entrambi ai domiciliari.

Dalle carte dell’inchiesta emerge che un padre e sua figlia, il 4 ottobre del 2020 vengono ascoltati dalla polizia giudiziaria e riferiscono “dettagliatamente le modalità di esecuzione della condotta criminosa”. I due testimoni consegnano alla polizia giudiziaria un numero di telefono riferendo che una donna li aveva contattati “una settimana prima delle elezioni per chiedere loro di passare dal comitato qualora fossero stati interessati a fare i rappresentanti di lista per conto di Nicola Lella”, indagato. Entrambi si presentano all’appuntamento, consegnano i documenti e ricevono “le indicazioni sul voto da tributare a Lella alle comunali e alla candidata Maurodinoia alle regionali, con l’intesa che sarebbero stati richiamati dopo le elezioni per ricevere il compenso pattuito in euro 50 pro osì capite”. Denaro che, hanno raccontato i due testimoni, sarebbe poi stato effettivamente consegnato a loro come “ad altri elettori in quello stesso frangente”. “L’avvenuto pagamento – si legge – veniva quindi annotato da una ragazza seduta dietro la scrivania”.

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