CASSANO – Avrebbero sfruttato le condizioni di bisogno di numerosi lavoratori agricoli – nella maggior parte italiani – minacciandoli e millantando anche vicinanza a clan del capoluogo pugliese. Per questo due persone – un uomo e una donna – sono state arrestate dai carabinieri di Cassano delle Murge in un’operazione anticaporalato condotta con i colleghi dell’Ispettorato del Lavoro. L’accusa è di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
L’inchiesta è partita dalla denuncia presentata da una donna oggetto di sfruttamento e fa riferimento alla campagna agricola tra maggio e luglio 2021, fino a giugno dello scorso anno. Sessantotto, in tutto, le persone sfruttate, di cui due straniere, reclutate dai caporali e pagate molto meno rispetto a quanto prevede il contratto collettivo nazionale. Secondo quanto accertato anche dalla visione dei libri mastri in cui venivano annotati i nomi dei lavoratori e le giornate di lavoro per definirne la retribuzione, gli agricoltori sarebbero stati pagati circa 4 euro e 60 all’ora rispetto agli 11 previsti dalla legge. E a chi si ribellava, ecco la telefonata minatoria nei quali i caporali si vantavano di essere imparentati a soggetti affiliati a noti clan camorristici di Bari. Inoltre è stato accertato che 25 dei lavoratori impiegati a nero nelle campagne sarebbero stati anche percettori del reddito di cittadinanza.
Oltre ai due caporali, sono state e controllate le dieci imprese che avrebbero sfruttato la manodopera proposta dai caporali (tra Cassano Murge, Turi, Acquaviva Delle Fonti e Rutigliano) e i dodici titolari che avrebbero reclutato i lavoratori mediante l’attività di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, il tutto in violazione delle norme di sicurezza nei luoghi di lavoro.
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