La buona riuscita dell’intervento e la ripresa di Edoardo Bove hanno portato sollievo dopo l’angoscia vissuta in diretta TV durante il suo malore. La speranza è di rivederlo in campo, ma ciò che conta davvero è la sua salute e il ritorno alla vita con i suoi cari.
Fondamentale è stato l’intervento tempestivo dei soccorritori e l’operato del personale sanitario. Tuttavia, la sorte positiva di Bove non rappresenta la norma: ogni anno, in Italia, 1.000 giovani under 35 perdono la vita a causa di morte cardiaca improvvisa. Un fenomeno che resta spesso privo di spiegazioni, dato che non esiste una legge che obblighi il riscontro diagnostico in questi casi, a differenza di quanto previsto per la morte improvvisa del lattante e del feto.
“Quasi due anni fa abbiamo presentato una proposta di legge per colmare questa lacuna – spiega Marco Lacarra, deputato PD e componente della Commissione Giustizia –, ma il testo non è ancora stato esaminato. Episodi come quello di Bove dimostrano quanto sia urgente potenziare la prevenzione”.
La proposta, elaborata con il supporto della Società Italiana di Cardiologia e di oltre 50 associazioni riunite dall’Osservatorio Malattie Rare, attende ora di avviare il suo percorso legislativo per prevenire tragedie simili e offrire risposte alle famiglie colpite.
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