TORRE SANTA SUSANNA – Non c’è stato nulla da fare per Luca D’Errico, il 31enne di Torre Santa Susanna colpito alla nuca da due spari esplosi nella notte di lunedì, secondo la ricostruzione dei carabinieri, dalla pistola impugnata dal 24enne Salvatore Carluccio, arrestato la mattina seguente.
La morta cerebrale del giovane è stata certificata alle 21.30, quando si è conclusa la fase di osservazione da parte della commissione medica per l’accertamento della morte cerebrale del ragazzo, cominciata nel primo pomeriggio e durata 6 ore come per legge. La famiglia ha dato il consenso alla donazione degli organi, e l’Autorità giudiziaria ha rilasciato alla Rianimazione, in serata, l’autorizzazione a proseguire con le attività di prelievo. È stato allertato il Centro regionale trapianti e sono stati avviati tutti i controlli di idoneità degli organi. Le operazioni andranno avanti nella notte con il coinvolgimento di diverse équipe chirurgiche. Poi, come probabile, sulla salma del ragazzo sarà eseguita l‘autopsia, utile a determinare con certezza la dinamica esatta di quanto accaduto. Disperati, incessanti, ma inutili, quindi, gli sforzi del reparto di Rianimazione dell’ospedale Perrino di Brindisi, dove D’Errico era arrivato, portato da alcuni amici, in condizioni già critiche.
L’arma del delitto, una pistola, è stata trovata e sequestrata a casa del presunto omicida, che, secondo la ricostruzione dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Brindisi e della compagnia di Francavilla Fontana, avrebbe sparato dall’interno di un’abitazione di via Dei Mille. Dell’indagine è stata interessata anche la DDA di lecce: il contesto, secondo gli inquirenti, potrebbe essere in qualche modo legato alla criminalità organizzata. Eppure, il movente resta ancora un mistero.
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