“Le parole hanno un peso. E le sue parole, offensive e indegne, hanno ferito profondamente la comunità tarantina”. Così l’associazione Genitori Tarantini in una lettera aperta a Franco Bernabè, presidente di Acciaierie d’Italia holding, che nei giorni scorsi ha relazionato in commissione attività produttive alla Camera.
Bernabè “dà merito alla comunità tarantina che ha sofferto enormemente per i problemi derivanti dall’insediamento dello stabilimento – si legge nella missiva dell’associazione Genitori Tarantini -. Qui c’è una verità: i problemi derivano dall’insediamento dello stabilimento. Ergo, per azzerare i problemi bisogna eliminare lo stabilimento. Ci preme, però, rimarcare il fatto che ha parlato al passato, come se i problemi facciano ormai parte dei libri di storia e non siano tuttora in atto. Questo tipo di propaganda ingannevole è inaccettabile”.
L’associazione sottolinea come Bernabè si spinga oltre dichiarando “che la comunità tarantina responsabilmente ha accettato che l’idea del piano di decarbonizzazione si sviluppi su un arco di dieci anni. Forse il presidente della Regione e il sindaco di Taranto potranno averlo accettato, non le centinaia di tarantini costretti giornalmente a lunghe file in attesa della terapia antitumorale, nei corridoi dell’ospedale oncologico Moscati”.
“Lei afferma che lo stabilimento è tra i più ambientalizzati al mondo, ma senza decarbonizzazione arriveranno altri problemi finanziari. E’ davvero un azzardo definire ambientalizzato uno stabilimento che emette nell’aria percentuali di benzene come mai in passato; che ha nuovamente sforato i termini concessi per il completamento dell’Aia, così da richiedere una nuova, ulteriore proroga; che ancora produce a carbone”.
”A lei interessano gli eventuali problemi finanziari, non la salute della comunità tarantina”, conclude l’associazione Genitori tarantini.
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