Ciccio e Tore, la mamma in procura a Bari per riaprire il caso

BARI – Sono passati 16 anni dal ritrovamento di Ciccio e Tore Pappalardi, i fratellini di 13 e 11 anni di Gravina i cui resti sono stati rinvenuti nella cisterna di un palazzotto abbandonato, un anno e mezzo dopo la scomparsa, il 25 febbraio 2008.

Ma c’è ancora qualcosa che non torna. Per questo Rosa Carlucci e Filomena Pappalardi, madre e sorella dei due ragazzini, tornano in procura e Bari per chiedere la riapertura delle indagini sulla drammatica fine dei bambini. Tre le tesi che secondo il difensore delle donne, Giovanni Ladisi, non si spiegano ancora oggi.

Prima di tutto l’orario della caduta che secondo l’autopsia sarebbe stata intorno alle 18,30 ma alcuni testimoni dicono di averli visti intorno alle 20. Poi quello che viene definito dall’avvocato il “mare magnum delle contraddizioni sulle testimonianze”. E in ultimo il flacone di midazolam, un ansiolitico che secondo l’avvocato sarebbe simile a quello utilizzato da una persona vicina ai bambini

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