BARI – Sono trascorsi 31 anni da quell’8 agosto 1991 quando una malandata nave albanese, la Vlora, carica di ventimila persone in fuga dalla propria patria, giunge nel porto del capoluogo pugliese. Ai tanti baresi che increduli stavano assistendo a quella scena, il mercantile sembrava un formicaio brulicante, un groviglio indistinto di corpi aggrappati gli uni agli altri. Le operazioni di attracco sono difficili, qualcuno si butta in mare per raggiungere la terraferma a nuoto, molti urlano in coro ”Italia, Italia” facendo il segno di vittoria con le dita. La Vlora è un vecchio mercantile costruito all’inizio degli anni Sessanta a Genova. Il 7 agosto 1991 la nave, di ritorno da Cuba, arriva al porto di Durazzo, nella stiva diecimila tonnellate di zucchero. Sono in corso le operazioni di scarico quando una folla enorme di migliaia di persone assale improvvisamente il mercantile, costringendo il capitano Halim Malaqi a fare rotta verso l’Italia. È una marea incontenibile di uomini, ragazzi, donne, bambini. Il mattino dopo, ad attendere la Vlora c’è una Bari incredula e stordita che ha offerto tutta la solidarietà possibile ai cugini di oltre adriatico.
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