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Truffa allo Stato, arresti e 15 mln sequestrati: accertamenti in Puglia

Avrebbero ottenuto crediti d’imposta collegati a bonus edilizi per lavori relativi a immobili inesistenti: è stata fatta luce su una presunta maxi truffa di 15 milioni di euro ai danni dello Stato. Le indagini che fanno riferimento al periodo post covid, sono state coordinate dalla Procura di Cosenza che ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di tre persone e disposto un sequestro preventivo per equivalente di oltre 15 milioni di euro, nell’inchiesta coinvolte altre otto persone.

Grazie a intercettazioni telefoniche e telematiche, le indagini (condotte dalla Guardia di Finanza di Cosenza, diretta dal Comandante provinciale Giuseppe Dell’Anna, dal nucleo di Polizia Tributaria delle fiamme gialle guidato dal Tenente Colonnello Gennaro Garzella e dal Centro Operativo Sicurezza Cibernetica della Polizia) hanno consentito di accertare l’esistenza di un’organizzazione criminale composta da sette persone, operante a Cosenza e sulla costa tirrenica, volta a realizzare numerose truffe ai danni dello Stato per ottenere crediti di imposta che poi sarebbero stati ceduti a Poste Italiane per monetizzare: l’atto conclusivo sarebbe stato l’autoriciclaggio mediante acquisto di oro da investimento.

Nell’inchiesta c’è anche un riferimento alla Puglia e alla provincia di Lecce in particolare, dove aveva sede un esercizio commerciale, totalmente estraneo ai fatti, e dove gli indagati avrebbero acquistato l’oro.

L’organizzazione si avvaleva di soggetti che avrebbero istruito pratiche fittizie per la richiesta della cessione del credito d’imposta. Altri erano deputati a reclutare le persone che avrebbero fornito le loro credenziali e ai quali veniva riconosciuto il 10% della somma ottenuta, ma in realtà i lavori non sarebbero mai stati effettuati perché gli immobili non esistevano, altri indagati erano incaricati di recuperare materialmente l’oro acquistato.

Durante le indagini, gli investigatori hanno sequestrato tre chilogrammi di monete d’oro, per un valore di circa 170 mila euro. L’attività investigativa si è estesa con gli accertamenti oltre alla Puglia, anche in Toscana, Piemonte, Lombardia e Sardegna.

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