Tentato omicidio San Vito dei Normanni: confermato fermo per presunti sicari nuove leve Scu

SAN VITO DEI NORMANNI – Confermato il carcere per Adriano De Iaco, 32 anni, e Giovanni Nigro, 53 anni, entrambe di San Vito dei Normanni ed entrambe difesi dall’avvocato Andrea D’Agostino. Nella giornata del 23 giugno sono comparsi davanti al gip del Tribunale di Brindisi Vilma Gilli non negando i fatti contestati dai carabinieri del Nor di San Vito dei Normanni, ma anzi, hanno sottolineato il proprio intento di intimidire la vittima. E per loro il gip ha confermato il fermo e ha disposto la custodia cautelare in carcere.

I due dovranno rispondere del reato di tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso e dall’aver agevolato l’associazione mafiosa Sacra Corona Unita così come delineato nel decreto di fermo del pm Carmen Ruggiero della Direzione distrettuale Antimafia di Lecce.

L’agguato del 17 giugno in casa, largo Sant’Antonio

Adriano De Iaco e Giovanni Nigro avrebbero assaltato l’abitazione della vittima in largo Sant’Antonio, a San Vito dei Normanni, intorno alle 20 del 17 giugno. L’irruzione in casa dei due ha messo in fuga la vittima che si trovava in compagnia di altra persona. I due sono fuggiti sui tetti riuscendo a ripararsi dietro un canna fumaria. Ed è sui tetti che sono stati esplosi due colpi d’arma da fuoco, una calibro 7,65, e un terzo non esploso perché la pistola si è inceppata.

Le indagini dei carabinieri e le intercettazioni di De Iaco in altro procedimento penale

A fare la segnalazione di colpi d’arma da fuoco una vicina che ha allertato i carabinieri di San Vito che hanno avviato l’attività d’indagine. Al vaglio degli investigatori le immagini delle telecamere della zona che hanno ripreso De Iaco e Nigro irrompere nella casa della vittima.

Lunedì 20 giugno i due sono stati fermati dai carabinieri e condotti in carcere, anche grazie alle intercettazioni che interessano De Iaco, coinvolto in un altro procedimento penale della Dda di Lecce. Nell’intercettazione parla con un soggetto sconosciuto, dal marcato accento del sud barese a cui tra le altre cose dice “Abbiamo fatto danno noi” facendo riferimento anche alla presenza di “Giovanni” (Nigro).

De Iaco e Nigro nuove leve della frangia della Scu con vertice Carlo Cantanna

Nelle 32 pagine dell’ordinanza firmata dal pm Carmen Ruggiero della Dda di Lecce viene contestato anche il 416 bis, cioè l’aggravante mafiosa. Secondo le intercettazioni e gli sviluppi di altre attività d’indagine, De Iaco e Nigro sarebbero le nuove leve della frangia della Sacra corona unita riferita al gruppo Lamendola, il cui vertice, Carlo Cantanna, sconta al 41 bis una condanna per ergastolo. La vittima del tentato omicidio sarebbe un affiliato del clan Romano– Coffa, coppia ora nella schiera dei pentiti, e l’agguato sarebbe stato messo a segno per il controllo delle attività illecite in territorio brindisino.

 

 

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