Nel pomeriggio di lunedì 29 luglio si è svolto un incontro cruciale tra la direzione aziendale di Stellantis, le segreterie regionali e la rappresentanza sindacale di stabilimento per discutere il rinnovo del contratto di solidarietà, in scadenza il 4 agosto 2024.
“Durante l’incontro è stato concordato il rinnovo del contratto di solidarietà per ulteriori 10 mesi, fino al 26 giugno 2025. Questo periodo rappresenta la fase finale degli ammortizzatori sociali disponibili, un aspetto che necessiterà di attenzione futura per sostenere i lavoratori in questa fase di transizione. La riduzione media dell’orario di lavoro sarà dell’80%, e, come in passato, è stata confermata la maturazione dei ratei per tutti i dipendenti. Sono stati stabiliti anche degli step di verifica nei mesi di dicembre 2024 e maggio 2025, con l’azienda che ha accolto la richiesta sindacale di rafforzare il confronto sulle condizioni di lavoro e salario”, si legge in una nota Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Ugl e Aqcf.
“La direzione aziendale ha illustrato la situazione industriale attuale, confermando la produzione futura dei modelli a Melfi, dove si continuerà a produrre la Jeep Compass e la Jeep Renegade, sia nelle versioni Mild Hybrid che PHEV, mentre la produzione della 500X resta bloccata a causa del mancato accordo con l’Algeria. Stellantis ha inoltre confermato che nei prossimi anni saranno prodotti cinque nuovi modelli a Melfi, inclusi veicoli elettrici. A partire dal primo semestre del 2025, inizierà la produzione dei primi due nuovi modelli, una DS e una Jeep”, spiegano le organizzazioni sindacali.
“Questa conferma getta le basi per il futuro industriale dello stabilimento di Melfi, ma la situazione rimane critica per la fine del 2024 e il 2025. Gli incontri previsti per il 5 e 7 agosto con il governo dovranno essere risolutivi, dopo un anno e mezzo di confronti infruttuosi. Non è più possibile attendere: è indispensabile un accordo complessivo sull’automotive in Italia. I lavoratori di Stellantis, dell’indotto e della logistica sono allo stremo, e non c’è più tempo da perdere. È necessario passare dagli annunci ai fatti, definendo chiaramente il futuro del settore automotive sia in Italia che in Europa. Anche le possibili modifiche al Green Deal da parte della Comunità Europea devono prevedere una tutela per i lavoratori di uno dei settori trainanti del nostro Paese.
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