Il Consiglio dei Ministri ha deciso di impugnare la legge regionale della Puglia che mantiene la gestione pubblica del servizio idrico, una decisione che ha scatenato una dura reazione dal Partito Democratico. Francesco Boccia, presidente dei senatori PD, ha definito l’azione del Governo Meloni “gravissima e inaccettabile”, sostenendo che non riguarda questioni costituzionali, ma interessi politici. Secondo Boccia, l’intervento del Governo minaccia i rapporti con la legislazione regionale e colpisce tutti i cittadini del Sud che dipendono dall’Acquedotto Pugliese, l’ultimo grande acquedotto pubblico della regione.
Claudio Stefanazzi, deputato PD, ha denunciato l’attacco come un tradimento del referendum del 2011, in cui 26 milioni di italiani si erano espressi per la gestione pubblica dell’acqua. Ha criticato il ministro Fitto per condurre una “guerra senza quartiere” contro la Puglia, accusandolo di voler favorire la privatizzazione del servizio idrico.
Dal fronte del Governo, Ignazio Zullo e Dario Iaia di Fratelli d’Italia hanno difeso la decisione, sostenendo che si basa su un parere dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, che ha evidenziato profili di incostituzionalità nella legge pugliese. Secondo loro, il PD sta usando demagogia e populismo, ignorando le gravi violazioni normative rilevate dall’Autorità.
Per Ubaldo Pagano e Marco Lacarra, deputati pugliesi del PD, “il aenatore Zullo va ringraziato per aver confermato che per questo Governo la tutela della concorrenza e del mercato è più prioritaria dei cittadini e dell’accesso a risorse fondamentali come l’Acquedotto Pugliese (AQP), riconosciuto per la sua efficienza e riceve premi annuali, come quello del Sole 24Ore, e ottimi risultati in termini di investimenti per la tutela dell’acqua. Il Governo persegue una vendetta politica contro Emiliano e la Puglia, danneggiando così i cittadini e la tutela di un bene pubblico fondamentale”.
Il gruppo Con-Emiliano alla Regione Puglia ha reagito definendo l’impugnazione un “ennesimo schiaffo alla Puglia” e un tradimento del referendum del 2011. Hanno promesso di non rimanere fermi e di lottare per mantenere l’Acquedotto Pugliese pubblico, sottolineando che l’acqua è un bene di tutti.
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