Sono 3,1 milioni le persone che in Italia sono costrette a chiedere aiuto per mangiare facendo ricorso alle mense per i poveri o ai pacchi alimentari. È quanto stima la Coldiretti sulla base dei dati del Fondo per l’aiuto europeo agli indigenti (Fead) in merito ai dati Istat sulla povertà assoluta nel nostro Paese.
L’emergenza riguarda ben 630mila bambini sotto i 15 anni – rileva Coldiretti -, praticamente un quinto del totale degli assistiti, ai quali vanno aggiunti 356 mila anziani sopra i 65 anni. Fra tutti coloro che chiedono aiuto per il cibo, più di 1 su 5 (23%) è un migrante che nel nostro Paese non riesce a procurarsi da solo il “pane quotidiano”, ma ci sono anche oltre 90mila senza dimora che vivono per strada, in rifugi di emergenza, in tende o anche in macchina e quasi 34mila disabili.
Vincono i pacchi alimentari. La stragrande maggioranza di chi è stato costretto a ricorrere agli aiuti lo fa attraverso la consegna di pacchi alimentari che rispondono maggiormente alle aspettative dei nuovi poveri che, per vergogna, prediligono questa forma di sostegno piuttosto che il consumo di pasti gratuiti nelle strutture caritatevoli, sottolinea Coldiretti.
Il fenomeno della Spesa sospesa. Contro la povertà è cresciuta anche la solidarietà che si è estesa dalle organizzazioni di volontariato alle imprese e ai singoli cittadini a partire dall’esperienza della Spesa sospesa nei mercati contadini di Campagna Amica grazie alla quale sono stati raccolti e donati ai più bisognosi nel tempo oltre 10 milioni di chili di cibo. Si tratta di prodotti alimentari di grande qualità, dalla pasta alla frutta e verdura, dall’olio extravergine alla carne e al pesce, dai salumi ai formaggi, conclude Coldiretti.
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