POLIGNANO – Le sue canzoni sono state tradotte in 150 paesi e quella parola – “volare” – è da sempre sinonimo di libertà, leggerezza, evasione, fuga. E nell’immaginario collettivo, quella canzone va rigorosamente interpretata spalancando le braccia, proprio come fece lui a Sanremo, nel 1958.
Sono passati trent’anni dalla morte di Domenico Modugno, stroncato da un infarto nella sua casa di Lampedusa a soli 66 anni. Lui, uno degli italiani più conosciuti al mondo, nel gotha canoro del nostro Paese quanto i suoi ‘colleghi’ Luciano Pavarotti ed Enrico Caruso. Lui uomo di un sud bistrattato, divenne famoso in America come cantante pop, vinse anche il Grammy e conquistò il mondo. Un artista a 360 gradi: non solo cantante ma anche attore e scrittore e a Polignano a Mare tutti, ma proprio tutti, non perdono l’occasione per scattarsi una foto sotto la statua che ritrae il suo più illustre cittadino
potrebbe interessarti anche
Bari, un premio alle donne innovatrici dell’Aerospazio
Follow the money, il calendario 2025 della Direzione Investigativa Antimafia
Karate: Youth League, oro per Achille Giuliani
Ruvo, esplosione nella notte: due feriti
Locorotondo: incontro su educazione alla salute e benessere con Beppe Convertini
Pastaie Bari Vecchia: nuove linee guida per regolarizzare attività