«Pianeta casa», a S. Vito dei Normanni si apre una nuova pagina in favore dei cittadini. Il Consiglio comunale ha approvato la variazione al Piano Regolatore Generale, per gli incentivi volumetrici previsti per gli interventi di ristrutturazione (ampliamento, demolizione-ricostruzione e demolizione-ricostruzione con delocalizzazione) in specifici ambiti e di zone di intervento.
«Mi corre l’obbligo di evidenziare che si giunge all’approvazione di questa Delibera (siamo tra i primi 10 Comuni di Puglia su 257), non solo dopo il dovuto passaggio in Commissione Consiliare ma anche dopo un confronto con i tecnici del posto che hanno potuto non solo conoscerne la bozza in anteprima ma anche apportare qualche utile contributo» ha detto il vicesindaco Antonio Santoro, a conclusione del suo intervento e prima che si passasse alle operazioni di voto, concluse con un suffragio unanime.
Ma perché si volta pagina?
«La prima importante novità della nuova legge regionale è insita nella sua natura strutturale, è cioè una legge che non è vincolata ad un arco temporale determinato, nel senso che non vi è una scadenza, ma rimarrà in vigore fisiologicamente fino a quando non interverrà una nuova legge in sua sostituzione», ha spiegato Santoro, ribadendo che la Regione «ha voluto fornire ai suoi Comuni uno strumento normativo strutturale da applicare nei territori interessati mediante un unico passaggio di adozione di una Delibera di Consiglio Comunale».
«Si tratta, nella sostanza, di interventi finalizzati alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente ed alla promozione degli interventi di edilizia residenziale orientata alla riduzione del degrado, del sottoutilizzo e dell’abbandono degli ambiti urbanizzati interessati, così contribuendo al contenimento del consumo di suolo, all’adattamento e alla mitigazione dei cambiamenti climatici a scala urbana», aggiunge Santoro, spiegando che la finalità perseguita «è quella di rendere il patrimonio edilizio esistente più vivibile, vissuto, idoneo, efficientato e moderno».
Non solo: «La norma prevede, inoltre, che i Comuni possono applicare la variante anche nell’ambito delle zone E, quindi nelle zone agricole. Noi, ovviamente, abbiamo inserito in delibera anche le zone E, nella loro totalità, con il limite però previsto a livello normativo, a cui quindi non si poteva derogare. Per le zone E, infatti, vige, sia nella norma, e di conseguenza nella Delibera approvata, il limite normativo che consente l’applicazione della variante solo laddove vi è una destinazione di partenza di tipo residenziale e una destinazione di arrivo sempre di tipo residenziale. È possibile applicarla cioè solo sugli immobili residenziali».
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