I nuovi esuberi tra i lavoratori di Stellantis sono “un segnale negativo perché anziché discutere di quello che è il piano industriale, di quelli che sono gli investimenti, di qual è il ruolo che il nostro Paese vuole giocare sul settore dell’automotive, continuiamo ad avere provvedimenti che incentivano le persone ad andarsene”. Lo ha detto Maurozio Landini, segretario generale della Cgil, a margine di un convegno sugli scioperi del ’44 a Milano.
“Questo rischia di mettere in discussione il futuro stesso degli stabilimenti. Già adesso siamo di fronte a una sottoutilizzazione, gli stabilimenti in Italia possono arrivare a produrre un milione e mezzo di auto e ora se ne stanno producendo meno di 500mila – ha aggiunto -. É chiaro che una prospettiva di questa natura preoccupa”.
“A oggi, in Italia non c’è ancora stato un incontro come noi stiamo chiedendo, e come i sindacati stanno chiedendo, della categoria in cui attorno allo stesso tavolo l’azienda con il governo e i sindacati discutono sugli investimenti”, ha spiegato.
Il 12 aprile è stato proclamato a Torino “da tutti i sindacati che sono dentro Stellantis uno sciopero e una manifestazione proprio perché non si stanno avendo risposte e c’è preoccupazione. C’è bisogno che anche il governo agisca e faccia finalmente questo tavolo e si apra una trattativa non degli incontri per sentire raccontarsi, vogliamo capire seriamente che investimenti si fanno, che produzioni si fanno e come si investe nell’innovazione anche nel nostro Paese”, ha concluso Landini.
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