BARI – Sono 42 le missioni di militari italiane in giro per il mondo, con quasi 15mila uomini fuori dei confini. È quanto emerge dall’incontro ‘Le riflessioni sulla geopolitica e sulle implicazioni dei travagliati scenari internazionali’, appuntamento a Giurisprudenza nel quale si è fatto il punto sulle guerre al momento in atto sul territorio mondiale, prima tra tutte tra Israele e Palestina – e la declinazione con l’Iran, e poi Ucraina e Russia. Le nostre missioni all’estero sono sotto l’ombrello della Nato e agiscono quindi nell’ambito della legittimità a livello internazionale.
Secondo Michele Torres, delegato Ocse, “l’Italia si muove tantissimo, ma raccoglie meno di quello che riesce a fare. Spendiamo tanto in uomini, mezzi e denaro pubblico e raccogliamo meno di ciò che potremmo”. Un esempio, guardando al passato, potrebbe essere quello dei Balcani: “Ci siamo spesi – dice Torres – con uomini, mezzi e missioni dagli anni Novanta e abbiamo aperto il campo alla Germania e alla Francia senza fare un gioco di squadra, come nazione, ma andando in ordine sparso. Fare una intelligence economica – conclude – ci avrebbe permesso di aprire vari campi sui quali sfruttare ciò che abbiamo investito”.
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