Condanne a pene comprese tra i 18 mesi e i tre anni di reclusione sono state chieste dal pubblico ministero di Trani, Francesco Tosto, per alcuni degli imputati del processo relativo alla gestione della discarica cittadina. Alla sbarra sono finiti tra gli altri, gli ex sindaci di Trani, Luigi Riserbato e Giuseppe Tarantini, gli ex assessori comunali all’Ambiente Giuseppina Chiarello e il suo successore Giuseppe De Simone, gli ex amministratori della società che gestiva la discarica e alcuni dirigenti del settore Ambiente della Regione Puglia. Le accuse contestate a vario titolo sono disastro ambientale, omissione di atti d’ufficio, gestione continuata di rifiuti in mancanza di autorizzazione ed emissioni non autorizzate. Per i due ex primi cittadini il pm ha chiesto un anno e sei mesi di reclusione; pene comprese tra i due anni e mezzo e i tre anni per dirigenti regionali e responsabili dell’Amiu. Chiesta l’assoluzione perché il fatto non sussiste per gli allora assessori comunali mentre per Amiu è stata chiesta la condanna alla sanzione amministrativa pari a 200 quote societarie del valore di mille euro ciascuna. Secondo quanto riferito in aula nella requisitoria, durata più di quattro ore, la mancata realizzazione di un impianto di captazione e trattamento del biogas avrebbe determinato un inquinamento atmosferico. La prossima udienza è fissata per il prossimo 19 ottobre quando toccherà alle parti civili, tra cui il Comune di Trani.
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