Arrivata la dichiarazione ufficiale dei sindacati di categoria dopo la presentazione del piano industriale Enel, dichiarato lo stato di agitazione e lo sciopero delle maestranze
Di seguito il comunicato ufficiale
“Le organizzazioni sindacali del comparto elettrico FILCTEM CGIL, FLAEI CISL UILTEC UIL, in seguito alla procedura di raffreddamento espletata ai sensi della ex Legge 146/90 presso la Prefettura di Brindisi, concluso con esito negativo e un mancato accordo tra le parti, dovuto alle insufficienti garanzie di investimenti in ambito industriale a Brindisi, confermate dopo la presentazione del Piano Industriale, ad azionisti, operatori finanziari e Sindacato a livello nazionale, hanno proclamato lo Stato di Agitazione e lo Sciopero delle prestazioni straordinarie, per tutti i Lavoratori della Centrale ENEL di Brindisi, per un periodo di 10 giorni, limite massimo a seguito della così detta “tregua natalizia” prevista dalla legge sugli scioperi nei servizi essenziali.
ENEL con il suo piano industriale 2024-2026 decide di rinunciare al ruolo di propulsore della transizione energetica, sulle rinnovabili il piano presentato è in totale contraddizione rispetto a quanto l’azienda costantemente dice ad ogni convegno sull’argomento, modeste le risorse destinate nel piano e, per di più, non chiarisce in alcun modo quali siano i progetti di Enel Green Power, scompare ogni riferimento alla valorizzazione degli spazi portuali al sevizio delle Centrali e alla possibile esperienza nella Logistica portuale e all’annunciata ENEL Logistic.
È fortemente preoccupante, la conferma del sostanziale disimpegno per le riconversioni delle Centrali a carbone ancora funzionanti tra queste Brindisi e Civitavecchia, per le quali ad oggi è stata riconfermata solo la chiusura al 2025 (e al 2027 per quella del Sulcis), con l’alibi del mancato riconoscimento del “Capacity market” ma senza nessun’altra reale proposta industriale alternativa.
A questo punto, a nostro avviso, diventa essenziale una netta presa di posizione comune a tutti i livelli delle parti sociali e istituzionali per rilanciare l’esigenza del Ciclo Combinato per garantire a Brindisi una transizione sociale che deve accompagnare quella energetica, gli attuali occupati diretti, dell’indotto, le piccole e medie imprese di questo nostro territorio non possono essere lasciati soli.
Allo stesso tempo diventa essenziale rivendicare con forza al Governo chiare politiche industriali nei vari comparti, tra questi quello energetico, con possibili azioni di orientamento delle aziende controllate, come ENEL e TERNA, che devono gestire da protagoniste la transizione.
Ministero delle Imprese e del Made in Italy, Ministero della Transizione Ecologica, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali non possono, così come hanno già fatto in occasione dell’incontro dello scorso 9 novembre ’23, del Comitato di coordinamento finalizzato a individuare soluzioni per il rilancio delle attività imprenditoriali, per la salvaguardia dei livelli occupazionali e per il sostegno dei programmi di investimento e sviluppo imprenditoriale delle aree industriali di Brindisi previsto dall’art 24 bis del decreto-legge 50/22, non presentare le politiche del Governo e scaricare il problema ai singoli territori.
La politica industriale di ENEL è fin troppo chiara, abbandonare Brindisi e l’intero Sud del Paese, su questo il Governo deve intervenire per impedirlo”.
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