Una versione irriconoscibile del Toro cade a Piacenza, travolta da un’Assigeco UCC in splendida forma, perfetta in difesa e lucida in attacco. La squadra che solo pochi giorni fa aveva battuto Bologna, Brindisi e Rieti si è mostrata opaca e insufficiente, fallendo uno scontro diretto cruciale nella lotta salvezza.
I 23 punti a testa di Mouaha e Stewart jr. non sono stati sufficienti a coprire le lacune della giornata. Era necessario fare di più contro una rivale con una sola vittoria in stagione e anch’essa invischiata nella lotta per la permanenza in categoria.
Nessuna sorpresa nel quintetto iniziale schierato da coach Dalmonte, composto da Nikolic, Woodson, Mouaha, Stewart jr. e Iannuzzi. Tuttavia, sin dall’inizio si intravedono segnali di difficoltà: Nikolic commette due falli nei primi cinque minuti, costringendo il tecnico a rimpiazzarlo con Donadio. Nonostante il primo vantaggio granata sul 21-22, grazie a una tripla di Donadio, il Toro comincia a perdere terreno.
Nel secondo quarto, la difesa aggressiva di Piacenza e la precisione di Serpilli e Bartoli mettono in difficoltà Nardò, che fatica a contenere un’Assigeco ispirata. Filoni, autore di un break importante, si distingue, mentre i granata perdono troppi palloni e appaiono disorientati sotto la pressione avversaria. All’intervallo, Piacenza è avanti 43-38.
Nel terzo quarto, Piacenza allunga fino a +12, sfruttando la poca lucidità e il ritmo basso del Toro, che sembra incapace di reagire. Woodson è irriconoscibile, e senza il suo contributo, Nardò si affida a Mouaha e Stewart jr. per restare in partita. Ma l’espulsione di Nikolic per fallo tecnico segna un altro colpo duro per i granata, che chiudono la frazione in svantaggio 67-57.
Nell’ultimo quarto, Woodson tenta di accendere la rimonta con una tripla, ma Piacenza, sostenuta da una difesa implacabile e dalla terna arbitrale, respinge ogni tentativo. Un’altra tripla di Bradford e una schiacciata di Filoni mettono definitivamente fine alle speranze del Toro, che cede con un pesante 93-75. Una sconfitta amara che complica ulteriormente il cammino del Nardò nella lotta salvezza.
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