BARI – Bastava digitare il tasto F12 della tastiera del pc e una password e compariva la cosiddetta contabilità parallela insieme a quella “legale”. Ventotto odontoiatri, tre studi dentistici e un ingegnere informatico di Palo del colle e la sua impresa – Tommaso Carbone, 59enne titolare di un’azienda di software – sono al centro di un’indagine del nucleo Pef della guardia di finanza di Bari, coordinata dalla Procura del capoluogo, su presunte dichiarazioni fraudolente ed evasione di imposte per oltre 6 milioni di euro tra il 2015 e il 2020.
Le indagini, partite da una verifica fiscale, hanno consentito di individuare in Carbone l’ideatore e il fornitore di un software gestionale (Suite Medical Gold) che permetteva ai professionisti di tenere una contabilità dei compensi ricevuti ma non dichiarati attraverso delle “schede cliente” nelle quali, dopo aver premuto il tasto F12 della tastiera e digitato una password, era possibile rendicontare i compensi percepiti in nero.
Il gestionale permetteva anche di memorizzare la contabilità parallela su supporti esterni rimovibili in caso di controlli. Era possibile anche tenere distinti due archivi informatici: uno interno “gestionale” con i dati delle fatture, uno esterno chiamato “storico” per raccogliere tutti i dati, anche quelli non annotati nella contabilità ufficiale.
Carbone avrebbe anche creato delle chat per parlare con i suoi clienti, “rimandando ulteriori spiegazioni ad incontri di persona e facendo riferimento alla contabilità ‘black'”, scrive sempre la finanza. A supporto delle indagini anche le dichiarazioni di diversi pazienti, che hanno dichiarato di aver versato importi in contanti dopo le visite senza ricevere fattura.
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