“Questa operazione è significativa per la vita democratica del Paese, che è libero se i cittadini possono esprimersi senza condizionamenti”. Lo ha detto il procuratore di Bari, Roberto Rossi, illustrando i particolari dell’operazione sui rapporti da mafia e politica che ha portato ad oltre un centinaio di arresti.
L’indagine, hanno precisato gli inquirenti, “ha documentato l’operatività e pericolosità dell’organizzazione mafiosa e ha consentito anche di registrare la celebrazione di cerimonie di affiliazione secondo il rituale di origine ‘ndranghetista, la consumazione di estorsioni, la ingente disponibilità di armi pronte all’uso, ma anche l’ingerenza del sodalizio in diversi settori della vita sociale, amministrativa e imprenditoriale del territorio, comprese pesanti interferenze nei confronti di alcune società sportive, tanto da alterare gli esiti di due incontri di calcio dei campionati di Promozione e di Eccellenza, nelle stagioni 2017/2018”. Le partite riguarderebbero due incontri disputati tra le squadre baresi di Corato e Fortis Altamura.
Secondo le indagini condotte dalla Squadra Mobile di Bari e dall’Osservatorio contro la criminalità organizzata, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari, emerge che i clan avevano il proposito di influenzare gli esiti delle partite nel contesto del calcio dilettantistico.
Due incontri in particolare sono finiti nel mirino degli inquirenti. Il primo riguarda la sfida tra Corato e Fortis Altamura del 30 aprile 2017, uno spareggio cruciale per l’accesso al campionato di Eccellenza. Nel periodo precedente all’incontro, Giuseppe Maldera, conosciuto imprenditore coratino nel settore caseario e all’epoca presidente del Corato, avrebbe cercato inizialmente “un accordo con i referenti mafiosi altamurani”. Successivamente, avrebbe cercato il sostegno di Mario Dammacco, noto esponente del clan Strisciuglio, al fine di garantirsi la vittoria manipolando l’esito della partita. Le accuse contro entrambi riguardano la frode sportiva aggravata dal coinvolgimento di metodi mafiosi. In particolare, si afferma che Dammacco intervenisse poco prima della partita minacciando e usando violenza sui giocatori dell’Altamura, generando così un clima di coercizione e timore nel caso in cui l’esito sportivo fosse stato diverso. Si fa menzione anche di “somme di denaro” non specificate che Maldera avrebbe versato al clan Strisciuglio, contribuendo così ad accrescere la loro influenza nel contesto economico e imprenditoriale. Per completezza, va notato che la partita si concluse con la vittoria del Corato per 1-0, con gol su rigore.
Corato e Fortis Altamura tornano ad affrontarsi in Eccellenza il 7 ottobre 2018. L’accusa sostiene che il presidente del Corato, Giuseppe Maldera, sia stato minacciato per garantire una combine sul risultato della partita, ottenendo in cambio una somma di denaro non quantificata. Gli indagati includono Tommaso Lovreglio, Giovanni Sforza, Donato De Tullio, cugino di Lovreglio e legato al clan Parisi, Giuseppangelo Barracchia (responsabile della Fortis Altamura), Dario Loporchio, direttore sportivo del Corato Calcio e membro dell’Associazione Italiana Calciatori, Vito Castelletti, allenatore del Corato all’epoca. Il risultato della partita, 2-1 per la Fortis Altamura, viene ora guardato con sospetto poiché si presume che il clan Parisi abbia rafforzato la propria supremazia ad Altamura attraverso manipolazioni illecite nel mondo dello sport.
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