L’allenatore del Castellana si dimette: “Ecco come sono andati i fatti. La società non ci ha tutelato”

Davide Cassano, allenatore 25enne del Castellana Calcio, rassegna le proprie dimissioni e lo fa con un lungo comunicato, in cui spiega la sua versione dei fatti. “Mi sono rivolto alla dirigenza chiedendo delucidazioni e vicepresidente e ds mi hanno dato due versioni contrastanti. Da lì la decisione di non far pareggiare gli avversari – si legge tra le righe – La società non ci ha tutelato – scrive in un altro passaggio – penso sia giusto ritirare la squadra dal campionato”.

Di seguito il comunicato completo:

Ho atteso qualche giorno prima di dire la mia versione dei fatti, evitando
di pubblicare qualunque cosa su piattaforme o testate, semplicemente
perché, trovandomi in questa situazione, mi sono voluto tutelare
legalmente presso gli organi di competenza e non andare avanti per puro
istinto. Dopo aver aspettato qualche giorno, essere rimasto in silenzio e
aver fatto parlare la società ASD Castellana, i miei giocatori ed ex
compagni di squadra, è giusto che anche io mi faccia avanti e, a mente
lucida, esponga la mia versione dei fatti accaduti e mi tolga qualche
sassolino dalle scarpe.
L’8 gennaio si è tenuta la partita Noicattaro-Castellana, la mia prima
partita ufficiale da allenatore di una squadra di calcio. Al 18’ minuto del
primo tempo, è stato convalidato all’ASD Castellana un goal non valido,
ma che, in un primo momento, né a me, né ai miei giocatori, né
tantomeno alla dirigenza presente sul campo e fuori, sembrava fosse
irregolare, come testimoniato dalle nostre esultanze. Dopo qualche
minuto di parapiglia e confusione generale, il mio capitano, dopo essersi
confrontato con i vari compagni presenti nel rettangolo di gioco e avendo
capito che la palla non fosse entrata, si è rivolto a me chiedendomi cosa
dovesse fare, alla luce della rete chiaramente mai realizzata. Senza
esitazione, gli ho detto che, dopo aver fatto placare le acque, fosse
giusto far segnare il Noicattaro; dopo qualche altro minuto, lo stesso
giocatore è venuto a chiedermi una conferma definitiva. Rivolgendomi
alla dirigenza della squadra, con il solo scopo di capire come dovessi
muovermi, data la mia inesperienza e le circostanze concitate, ho
ricevuto dal direttore sportivo e dal vicepresidente due risposte
contrastanti sulla scelta di fair play concordata prima da me e dai miei
ragazzi. Per questo motivo, ho dovuto dire, al mio capitano di cambiare
la decisione e di continuare regolarmente la partita.
A fine gara, a mente molto più lucida e soprattutto dopo aver visto con i
nostri occhi il video del “non goal”, la reazione istintiva da parte di tutti
noi è stata quella di chiedere chiaramente alla nostra società di iniziare
l’iter per far rigiocare la partita, interfacciandosi con gli enti competenti, e
di emettere un comunicato che ribadisse questa scelta.
Nella serata di domenica, è stato emesso un comunicato da parte della
società ASD Castellana che, a mio parere, è stato decisamente poco
consono e deprecabile, sicuramente non scritto in malafede, ma
inopportunamente venivano attribuite ai miei ragazzi e a me tutte le colpe
del caso, con un inutile “scarica barile”.
Nei giorni seguenti la gara, sono stati pubblicati altri comunicati e
interviste, tutti accomunati dal voler salvare la faccia alla dirigenza e alla
società. Sarò chiarissimo: io e i miei ragazzi non ci siamo sentiti
minimamente tutelati dalla società! Lasciati in pasto ad avvoltoi e leoni da
tastiera, i miei calciatori hanno preferito non rimanere in silenzio e dire la
loro su tutto l’accaduto, emanando a loro volta un comunicato.
Al di là di tutte queste dinamiche, io intendo assumermi la mia
responsabilità per aver avuto quell’attimo di titubanza nel chiedere ai miei
“superiori” cosa dovessi fare in quell’assurdo momento e per aver
cambiato la decisione presa inizialmente. Non vuole essere una
giustificazione, ma trovarsi a soli 25 anni a vivere con i grandi la prima
panchina della carriera, in una situazione così surreale, non è semplice.
So benissimo di dover essere il collante tra gruppo squadra e società e
che questa decisione sarebbe dovuta essere scontata, ma non ho avuto
il coraggio di impormi, come non lo hanno avuto i miei giocatori o anche
la stessa società. So altrettanto bene che il Fair Play è alla base di
qualsiasi sport ed è una delle prime cose che ti insegnano quando lavori
in una scuola calcio e che insegni a tua volta ai bambini, esattamente
come ho fatto io negli ultimi anni nei vari stage da me affrontati.
La soluzione migliore, e anche la più drastica, data la mancanza di tutela
avuta nei miei confronti e nei miei ragazzi, secondo me è quella di ritirare
la squadra dal campionato. Siamo consapevoli di aver sbagliato tutti
quanti in egual misura, perché nessuno di noi ha avuto il coraggio di fare
un passo in più dell’altro; ognuno di noi deve essere pronto ad assumersi
la stessa fetta di colpa. Sicuramente, anche un gesto drastico come
quello di ritirare la squadra dal campionato, non ci toglierà mai una
macchia indelebile che porteremo per tutta la vita, ma vuole essere un
modo per far capire a chi massacra e critica che sono e siamo consci del
nostro errore e lo eravamo anche sul campo da gioco. Non abbiamo
avuto semplicemente il coraggio e la freddezza in quel momento di
prendere una decisione ovvia, ma io in primis per dare un segnale a tutti
quanti devo farmi da parte.
Alla società Noicattaro, la vera parte lesa in tutta questa situazione, vorrei
porgere le mie più sentite scuse. Vi chiedo non di perdonare o
comprendere il nostro errore, ma semplicemente accettare il fatto che
ognuno di noi ha capito di aver sbagliato e compreso il comportamento
errato messo in atto domenica.
Alla società ASD Castellana e a tutti i dirigenti che compongono
l’organigramma societario, dico solo che qualcuno tanti anni fa disse
“non giocare per il nome che porti dietro la maglia, ma per quello che
porti avanti”, io e i giocatori lo abbiamo sempre fatto, anteponendo
l’orgoglio di far parte di questa società ai traguardi personali. Abbiamo
cercato di metterci la faccia quando c’è stato bisogno e dato sempre il
meglio anche quando si perdeva. Ciò che è successo domenica poteva
essere sicuramente gestito da me e dalla mia squadra in maniera diversa,
ma anche da parte vostra. Ci ha fatto male essere stati descritti come
“ragazzini” o “inesperti”; se fossimo stati tali, non vi avremmo chiesto la
sera stessa di cercare di riparare a quello che avevamo fatto. La cosa
che a me fa più rabbia (e penso di parlare anche a nome dei miei ragazzi)
è che, come ogni domenica su qualsiasi campo abbiamo lottato per il
nome che c’è davanti la maglia, ma siamo stati lasciati in balia delle
onde, nel tentativo maldestro di salvare la storia e l’onore della società
senza pensare a chi ha sempre lottato per questi colori. Devo molto a
questa società e al mio paese, ma mi aspettavo un pizzico di tutela in più
soprattutto per un compaesano che voleva emergere e iniziare un
progetto dal proprio paese, ma in cambio ha ricevuto solo insulti.
Alla luce di tutto questo, non mi sento più in dovere di dover lottare per
questa società e per questi colori e, in maniera contingente, rassegno le
mie dimissioni immediate, peraltro già annunciate la sera stessa della
partita, come da foto allegata.
Auguro il meglio ai miei ragazzi e spero che possano trovare la voglia e gli
“stimoli” giusti per continuare questo campionato, se così non fosse
sanno benissimo cosa fare.
Prima di chiudere vorrei chiarire un’ultima cosa: al termine della partita di
domenica, non ho mai provocato la tribuna avversaria con un gesto di
sfida, ma ho semplicemente salutato mia madre presente sugli spalti e
chiesto come stesse, dato che per novanta minuti è stata costretta a
sentire frasi ingiuriose e insulti nei suoi confronti.
Vorrei chiudere dicendo a tutti quelli che mi hanno attaccato, sui social o
anche in tv, che hanno il diritto di criticare il Davide Cassano allenatore
per il mancato gesto di fair play. Nel momento in cui queste critiche
sfociano in insulti pesanti, contro la mia famiglia o i miei parenti defunti,
non posso tollerarlo!
Sono un ragazzo di 25 anni resosi conto troppo tardi con tutta la squadra
di un errore evidente e chiedo ancora scusa. Di sicuro non si può tornare
indietro, però ho cercato di fare silenziosamente qualsiasi cosa pur di
cercare di riparare al danno creato al Noicattaro Calcio a cui ribadisco le
mie scuse.
Davide Cassano

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