Il primo semestre 2022 ha registrato un calo del 43% degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti rispetto allo stesso periodo del 2021. Gli episodi sono stati in tutto 64, dei quali 8 riconducibili a contesti di criminalità organizzata (12%) e 37 a contesti politico/sociali (58%). A evidenziare il dato, il report pubblicato dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale della Polizia criminale – Dipartimento della Pubblica sicurezza e postato sul sito del ministero dell’Interno.
Nel primo semestre 2021 le Forze di polizia avevano censito 113 atti intimidatori (+14% rispetto all’omologo periodo del 2020, quando i casi registrati ammontavano a 99). Parte delle intimidazioni continua a viaggiare su web e social network: 18 gli episodi (pari al 28% del totale degli eventi), di cui 8 su Facebook e 5 su Instagram. Il 20% dei 64 casi censiti sono stati commessi ai danni di sedi di redazioni giornalistiche, mentre l’80% degli atti intimidatori totali ha visto coinvolti 57 professionisti dell’informazione, di cui 16 donne (28%) e 41 uomini (72%).
Lazio, Lombardia, Campania, Calabria e Puglia sono le regioni più interessate dal fenomeno (42 episodi complessivi, pari al 65,6% del totale). Tra le aree metropolitane, il maggior numero di episodi è stato segnalato a Roma (11 eventi intimidatori), a Napoli (7 eventi), Milano (6 episodi) e Bari (4 episodi).
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