Lecce, scacco a traffico internazionale migranti: arrestate 25 persone tra Italia e Albania (video)

LECCE- Quattro gruppi criminali diretti da cittadini iracheni e siriani con base a Venezia e a Bari sono stati smascherati dalla Guardia di Finanza di Lecce: 25 persone sono finite in carcere per traffico di migranti e altre 52 sono state denunciate.

Questo è il risultato della maxi operazione portata a termine all’alba di oggi, 18 gennaio, dai finanzieri del comando provinciale di Lecce e dello Scico in Italia, della Polizia dell’Attica – Divisione antimmigrazione in Grecia e della Polizia in Albania, nonché unità mobili di Europol.

L’operazione “Astrolabio” ha smantellato una organizzazione criminale transnazionale dedita al favoreggiamento della immigrazione irregolare verso l’Europa e in particolare verso le coste salentine.

In Italia è stata emessa ordinanza di custodia cautelare in carcere su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Lecce e analogo provvedimento coercitivo è stato disposto in Albania su richiesta della Spak di Tirana a carico di 25 persone.

I reparti investigativi che hanno partecipato all’operazione “Astrolabio”

L’odierna operazione, denominata “Astrolabio”, è il frutto di una complessa e articolata attività di indagine di respiro internazionale svolta grazie alla formazione, attraverso il coordinamento di Eurojust che ne ha promosso, coordinato e supportato le attività, di una Squadra investigativa comune (Sic) costituita nel gennaio del 2021 tra la Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Lecce, la Procura Generale della Corte di Appello di Atene e la Procura speciale anticorruzione e criminalità organizzata di Tirana (Spak).

A tale Squadra investigativa comune hanno aderito la Direzione Nazionale Antimafia – che ha apportato il proprio specifico contributo anche in funzione della conoscenza delle diverse indagini coordinate sul territorio italiano – ed Europol che ha evidenziato, attraverso l’analisi dei dati a sua disposizione, gli elementi investigativi di comune interesse.

Quali componenti della Squadra investigativa comune hanno partecipato alle indagini il Nucleo Pef – Gico di Lecce e lo Scico della Guardia di Finanza, la Polizia dell’Attica – divisione Immigrazione – di Atene e la Polizia di Tirana, con la collaborazione dello Scip – ufficio dell’Esperto per la sicurezza di Tirana instaurando tra di loro, grazie a tale strumento di cooperazione internazionale, una costante, immediata e proficua collaborazione.

L’attività investigativa con intercettazioni telefoniche e ambientali

Le indagini, durate più di un anno, hanno consentito di acquisire un grave quadro indiziario in ordine all’esistenza di un’organizzazione criminosa unitaria operante in più territori, articolata in quattro cellule criminali composte da cittadini stranieri, in prevalenza siriani, volta al conseguimento di ingenti profitti derivanti dalla gestione dell’illecita attività di trasferimento di migranti, provenienti da varie parti del mondo, attraverso i territori della Turchia, della Grecia e dell’Albania verso le coste salentine e da qui verso altri paesi europei, loro destinazione finale.

L’attività investigativa articolata in intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, nonché numerose riprese video, puntualmente riscontrate da servizi di osservazione e pedinamento svolti in Italia, Grecia ed Albania, ha consentito di individuare le rotte tracciate dai trafficanti di uomini e di delineare il ruolo di ciascun partecipe dell’organizzazione.

Una fitta rete di traffico di migranti composta da quattro gruppi criminali

Il primo gruppo italiano diretto da cittadino iracheno residente a Venezia

Uno dei due gruppi presenti in Italia, diretto dal cittadino iracheno R.A.Q. domiciliato nell’hinterland di Venezia, ha provveduto al trasferimento nel territorio italiano ed europeo di migranti irregolari prevalentemente di etnia arabo-siriana. Lo stesso con il ruolo di capo, ha disposto di una estesa rete di collaboratori presenti in diversi paesi europei, tra i quali la Grecia, e dal proprio domicilio ha coordinato il trasferimento dei migranti dalla Turchia in Italia e in altri Stati dell’Unione Europea.

Il secondo gruppo italiano diretto da cittadino iracheno residente a Bari

Il secondo gruppo presente in Italia, diretto dal cittadino iracheno M.M. residente a Bari, ha provveduto al recupero dei presunti scafisti nei pressi del luogo di approdo sulle coste salentine, consentendo a questi ultimi di sottrarsi all’arresto agevolando il loro trasferimento in Grecia e la prosecuzione del viaggio sino al rientro in Turchia. In tal modo l’iracheno, unitamente agli altri partecipi, ha consentito ai presunti “scafisti” di reiterare le condotte illecite e alle diverse cellule dell’organizzazione di continuare a operare senza soluzione di continuità. Inoltre, ha provveduto a prestare attività di ausilio e supporto ai migranti giunti sul territorio salentino avviandoli verso le destinazioni finali.

Il terzo gruppo albanese diretto da siriano

Il terzo gruppo, presente in Albania e diretto dal cittadino siriano A.S., si è occupato del trasferimento dei migranti giunti dalla Grecia nel paese delle Aquile, ove sono stati imbarcati alla volta delle coste salentine.

Il quarto gruppo in Turchia diretto da iracheno

Il quarto gruppo presente in Turchia e diretta dal cittadino iracheno R.A.A.R., ha provveduto al trasferimento dei migranti irregolari provenienti da Paesi del Medio Oriente a bordo di imbarcazioni dirette verso le coste salentine e calabresi.

L’attenta analisi dei flussi migratori intercettati durante le indagini ha consentito di risalire al tragitto seguito dai migranti che, partiti dai paesi di origine, hanno raggiunto la Turchia e da dove hanno intrapreso il viaggio verso i paesi dell’Unione Europea lungo due direttrici: via mare, con partenza delle imbarcazioni dalla costa turca, ovvero, dopo aver raggiunto i rispettivi paesi, dalla Grecia e dall’Albania. L’altra, lungo la c.d. “rotta balcanica” attraversando i vari Paesi con il supporto di una fitta rete di sodali ivi presenti.

La cooperazione tra autorità giudiziarie e di polizia italiane, albanesi e greche ha consentito di pervenire alla compiuta identificazione dei membri del sodalizio transnazionale contro cui si procede, dimoranti in Italia, Albania, Grecia e altri paesi coinvolti nell’operazione, e di acquisire numerose fonti di prova in ordine agli episodi criminosi ascritti ai vari partecipi.

Gli spostamenti e i viaggi dei migranti sono stati costantemente monitorati dai finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria di Lecce grazie al supporto dei mezzi in dotazione al reparto Operativo Aeronavale di Bari della Guardia di Finanza in collaborazione con i velivoli di Frontex schierati in area di operazioni nel Canale d’Otranto.

Ben 30 gli episodi accertati sul territorio nazionale: 1120 migranti coinvolti

Le indagini hanno consentito di appurare ben 30 episodi delittuosi, con l’accertamento dell’arrivo sul territorio nazionale di 1.120 migranti irregolari, la compiuta identificazione di 26 presunti scafisti, 8 dei quali arrestati in flagranza di reato (3 in Italia e 5 in Albania), e la denuncia di 52 persone, che allo stato, risultano coinvolte negli illeciti traffici.

Si è altresì accertato che i migranti hanno corrisposto, su base fiduciaria, il prezzo del viaggio attraverso il cosiddetto sistema “Hawala” (detto metodo “Sarafi”): un vero e proprio sistema bancario abusivo di trasferimento di valori, basato su una vasta rete di mediatori localizzati in varie parti del territorio U.E. ed extra-U.E.

Al riguardo, sono in corso attività perquisitorie sul territorio nazionale e greco presso presunte agenzie finanziarie ove risulterebbe depositato il denaro, relativo al traffico illecito di migranti.

 

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