(Di Lorenzo Ruggieri) Al termine di una gara pirotecnica, ricca di gol e occasioni, Taranto e Benevento devono accontentarsi di un pareggio. Questa l’analisi di Ezio Capuano, tecnico degli ionici, al termine della sfida: “Sono sfortunato, qualsiasi altro allenatore avrebbe vinto. La colpa per il mancato successo è solo mia, i ragazzi ci hanno messo cuore, orgoglio e dignità. Abbiamo commesso alcuni errori, non avremmo dovuto concedere l’angolo da cui è scaturito il primo gol e abbiamo concesso facilmente il tiro a Ciano. Abbiamo disputato una grandissima partita con una squadra superiore a noi 14 volte per investimenti. Questa differenza, però, in campo non si è vista e abbiamo strameritato. Sono orgoglioso per la prestazione dei ragazzi, negli spogliatoi non ho detto nulla. Abbiamo avuto gli attributi ottagonali per pareggiare due volte e abbiamo anche tentato di vincere. Se nell’ultima occasione non ci fosse stato un portiere come Paleari avremmo vinto. Il risultato è largamente positivo ma inveritiero. Lavoreremo per capitalizzare le occasioni. I nuovi acquisiti? Tutti si lamentavano per l’addio di Antonini ma abbiamo realizzato la più grande plusvalenza per un club di Serie C per un difensore. De Marchi non giocava da tre mesi e occorre dargli tempo. È un giocatore diverso rispetto agli altri e sono contentissimo di lui. Inoltre, abbiamo preso un centrocampista fortissimo. Vogliamo arrivare nei playoff in una posizione discreta, in mezzo al campo siamo pochi e non ci faremo trovare impreparati, prendendo forse due centrocampisti. Schenetti? Su di lui sono state scritte cazzate (letterale, ndr), è un esterno. Falco? È un ragazzo d’oro, non possiamo mai permetterci il suo ingaggio. È un graditissimo ospite, se dovesse decidere di farci un regalo e giocare per la sua città gli stenderemo un tappeto rosso. Per qualità-prezzo meritiamo l’Oscar, non abbiamo mai acquistato dei brocchi. Il futuro dello Iacovone? Taranto è dei tarantini, chiedo al sindaco di far continuare il calcio in riva allo Ionio. Ho ridato il senso di appartenenza ad una città che aveva smesso di seguire il calcio. Non credo che il primo cittadino possa mandarci a giocare ai giardini pubblici”.
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