Bari – È iniziato il processo su un presunto giro di appalti truccati in Puglia, che vede coinvolto, tra gli altri, Elio Sannicandro, direttore generale di Asset Puglia, accusato di corruzione e turbativa d’asta. La Regione Puglia, il Comune di Ordona (Foggia) e il commissario di governo per il dissesto idrogeologico si sono costituiti parte civile.
Gli imputati totali sono 11, tra cui l’imprenditore di Lucera Antonio Di Carlo, sua figlia Carmelisa, il dipendente del Coni Sergio Schiavone e due funzionari della Regione Puglia, Leonardo Panettieri e Michele Tamborra.
I fatti risalgono al 2020, quando Sannicandro, allora soggetto attuatore per la Commissione per l’emergenza idrogeologica, avrebbe ricevuto tangenti per 60mila euro in cambio di appalti destinati alle imprese di Di Carlo, relativi ai lavori al torrente Picone e a Lamasinata, a Bari.
Nel corso dell’udienza, la Procura ha chiesto la trascrizione di intercettazioni e ha presentato nuovi documenti, rinviando la prossima seduta al 12 novembre per consentire alle difese di esaminarli. Una parte dell’inchiesta, coordinata dalla Procura di Bari, è stata trasferita a Foggia, dove si sarebbero verificati alcuni degli episodi di corruzione contestati.
Sannicandro, a cui era stata imposta l’interdizione dai pubblici uffici fino a luglio 2023, è ora tornato alla guida di Asset Puglia. La Regione si è costituita parte civile per i capi d’accusa non legati a Sannicandro, mentre per quelli che lo riguardano è parte civile il commissario di governo per il dissesto idrogeologico.
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