Operaio morto a Taranto, sindacati: ‘Tragedia inaccettabile’

“Il terribile incidente avvenuto in un cantiere stradale sulla Taranto-Avetrana, costato la vita a un operaio 59enne, è la dimostrazione che sulla sicurezza nei luoghi di lavoro c’è ancora tantissimo da fare. Siamo vicini alla famiglia del lavoratore e continuiamo la mobilitazione lanciata a livello nazionale dalla Cisl per sensibilizzare le persone, confrontarci con le imprese, chiedere interventi alle istituzioni”. Lo dichiarano Gianfranco Solazzo, segretario generale della Cisl Taranto-Brindisi, e Gianmarco Passiatore, reggente della Filca-Cisl territoriale.

“Non conosciamo ancora le modalità di questo nuovo e drammatico incidente sul lavoro, ma siamo fortemente preoccupati dagli infortuni nei cantieri, che provocano danni anche molto gravi e vittime, come accaduto oggi – continuano Solazzo e Passiatore -. Formazione, prevenzione, innovazione, applicazione del contratto, cultura della sicurezza e percezione del rischio sono gli strumenti a disposizione di noi tutti per evitare nuovi incidenti nei cantieri. È quello che ripetiamo nel corso delle tantissime assemblee e iniziative che stiamo realizzando nell’ambito della mobilitazione della Cisl nazionale sul tema della sicurezza”.

”Sabato prossimo una folta delegazione della Cisl territoriale sarà all’Assemblea nazionale dei delegati Cisl a Roma proprio per chiedere un impegno maggiore sulla cultura della sicurezza: gli incidenti sul lavoro rappresentano una scia di sangue inaccettabile”, concludono Solazzo e Passiatore.

“Lo abbiamo detto troppe volte “adesso basta”, ora la morte di Angelo Cotugno (59 anni), inchioda tutti alle proprie responsabilità. Responsabilità che ora come FILLEA CGIL Taranto, chiediamo vengano individuate definitivamente”. E’ il commento a caldo di Francesco Bardinella, segretario generale della FILLEA CGIL di Taranto, dopo l’incidente sul lavoro di oggi, martedì 9 aprile, in un cantiere della SEMAT (appalto ILVA) per la costruzione della strada Talsano-Avetrana (Regionale 8). “La dinamica è in fase di accertamento – continua Bardinella –, ma sappiamo per certo solo la condizione in cui questi operai vivono da tempo. La Semat ha presentato istanza di concordato e in quella gettata di cemento, vicino ai cavi dell’alta tensione, c’era anche tutta l’angoscia di chi è precario ormai da troppo tempo. Alla famiglia non consegneremo solo il nostro cordoglio, ma anche la nostra pratica vicinanza”, conclude Bardinella.

”È necessario intervenire per cambiare le leggi sul lavoro, sulla sicurezza delle persone, sulla prevenzione. Negli appalti si concentrano gli incidenti mortali maggiori – dice Giovanni D’Arcangelo, segretario generale della CGIL di Taranto -. Lo diciamo da tempo, basta con il solito cordoglio. Bisogna fermare questa mattanza di persone che escono di casa la mattina per lavorare e non tornano più dai loro cari.

Il tema delle morti sul lavoro, come si ricorderà, fa parte anche dei temi posti all’attenzione di CGIL e UIL nella giornata di protesta che si svolgerà il prossimo 11 aprile. A Taranto alle ore 11.00 di giovedì 11 aprile sit-in sotto la Prefettura di Taranto.

In primis il cordoglio di tutta la UIL alla famiglia di Angelo Cotugno. Un altro incidente sul lavoro che segue la terribile scia di dolore a cui troppi si stanno tristemente abituando. Un metronomo della morte che non è più possibile ascoltare. È l’intervento di Pietro Pallini, coordinatore genale UIL TARANTO, subito dopo la notizia della morte di un operaio della ditta SEMAT, Angelo Cotugno di 59 anni, avvenuta nella giornata odierna durante alcune operazioni a bordo di una motopompa operante nel cantiere sito a Taranto2 per la realizzazione della Taranto – Avetrana (Regionale 8). Oggi è un giorno pessimo per tutti noi – continua Pallini – per un evento, l’ennesimo, che stappa la vita di un lavoratore intento solo a portare il pane a casa. Non servono altre parole. Ne abbiamo dette 1043 nel corso del 2023 e oltre 200 nei primi tre mesi del 2024. Vite spezzate, prima che numeri. Le mie ultime, poche parole, le rivolgo al Governo, nel fare tutto ciò che sino ad ora non è stato fatto. La legge 81 del 2008 è già di per sé articolata e vasta, ma che da sola è evidente non basta. E poi: Serve una vera e propria rivoluzione che cambi paradigma a un modello di fare e concepire la sicurezza. Pretendiamo che questa rivoluzione sia prima cultura e poi norma.Incremento di ispettori e penalizzazione prima, e poi condanna, di tutte quelle aziende che della sicurezza ne fanno costo. Per contrastare ciò, il Governo deve fare la sua parte sino infondo con ogni mezzo e ausilio, anche economico. La rivoluzione affinché sia tale deve poter partire dalle scuole, anche elementari, affinché la sicurezza sul lavoro sia il bagaglio da viaggio dei giovanissimi come strumento sino agli indumenti del lavoro che indosseranno domani. Siamo davanti ad un’emergenza e straordinarie devono essere le misure da porre in campo. Angelo muore a soli due giorni dalla mobilitazione indetta da CGIL-UIL per la sicurezza sui luoghi di lavoro, e in tutto questo è triste constatarlo, ma è rimasto solo il sindacato a gridare giustizia senza abbassare la guardia”, conclude Pallini.

Sul tragico fatto di cronaca è intervenuto anche Gianni Ricci, segretario regionale della UIL Puglia. “Dall’inizio del 2024 le morti nei luoghi di lavoro in Puglia sono già 16, dati che confermano la Puglia nelle primissime posizioni della classifica dei territori meno sicuri per le lavoratrici e i lavoratori. Ci continuiamo a chiedere: come avrebbero reagito se tutte queste morti fossero state provocate dalla criminalità organizzata? La strage va fermata con ogni mezzo, eppure nonostante le nostre continue rivendicazioni, la reazione della politica e delle istituzioni è tuttora debole, del tutto insufficiente: l’unica proposta che è stata formulata dal Governo è una patente a punti in cui la vita umana è valutata una manciata di crediti, mentre nella manovra i fondi per la sicurezza nei luoghi di lavoro, compresi quelli per l’assunzione di nuovi ispettori e per la formazione sono praticamente pari a zero. Ma anche a livello regionale si può e si deve fare di più. Lo scorso 8 marzo ci siamo incontrati con il presidente della Regione Puglia, che in quell’occasione ci aveva garantito una serie di interventi, tra cui la convocazione urgente di una task force regionale sulla sicurezza, l’impegno di fondi per la formazione e il potenziamento delle strutture ispettiva, ma ad oggi non c’è stato seguito. Le stragi sul lavoro e la sicurezza in generale non possono aspettare i tempi elefantiaci della politica, bisogna agire presto e in maniera efficace”.

Per Ivo Fiore, segretario generare della Feneal UIL di Taranto, “è con sgomento che ci troviamo a dover affrontare nuovamente una situazione così dolorosa e devastante per la nostra comunità lavorativa. In questo momento di grande lutto e dolore, desideriamo esprimere le nostre più sentite condoglianze alla famiglia e agli amici del lavoratore colpito da questo tragico incidente. È fondamentale che si faccia luce su quanto accaduto e che si individuino tutte le cause che hanno portato a questa tragica fatalità. Il nostro impegno, come sindacato, sarà quello di garantire che vengano adottate tutte le misure necessarie per evitare che episodi simili possano ripetersi in futuro”.

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