Uno dei simboli più importanti della cultura cittadina, il Teatro Apollo, torna al centro del dibattito pubblico. Ma questa volta non per una stagione teatrale o un evento artistico: a far discutere è lo stato in cui, ogni fine settimana, versano le sue scalinate. Sporche, piene di rifiuti abbandonati, resti di cibo e cartoni provenienti dai fast food della vicina via Trinchese. Un’immagine che colpisce e ferisce, soprattutto per chi riconosce in quel luogo un patrimonio di valore storico, architettonico e identitario.
Nonostante l’ordinanza comunale che vieta esplicitamente il bivacco in alcune zone sensibili della città, tra cui proprio l’area antistante il teatro, la scena si ripete puntualmente. Gruppi di ragazzi, spesso adolescenti, acquistano panini e snack nei locali della zona per poi consumarli seduti sui gradini del teatro. Nulla di male, si potrebbe pensare, se non fosse che il rispetto per il luogo viene sistematicamente ignorato: rifiuti lasciati a terra, resti di cibo e inciviltà diffusa. Una leggerezza che diventa offesa.
Le immagini che circolano parlano da sole: spazzatura disseminata ovunque, a fare da sfondo a un monumento che dovrebbe invece rappresentare l’eleganza, la cultura, la bellezza. Un luogo che merita rispetto, non degrado.
La questione va ben oltre l’aspetto igienico e riguarda da vicino la responsabilità collettiva. Se da un lato c’è un tema di controlli e applicazione delle norme, dall’altro emerge con forza la necessità di un’educazione civica più radicata. Perché non può esserci cultura – nel senso più ampio e profondo del termine – dove manca il rispetto per i luoghi simbolo della città.
“Ecco la Lecce del futuro”, si legge in un commento amaro. Una provocazione, certo, ma anche uno spunto di riflessione. Che tipo di città vogliamo costruire per il domani? Una Lecce che valorizza i propri luoghi identitari, o una che li trasforma in anonimi spazi di consumo e incuria?
Per cambiare rotta, servono azioni concrete: più controlli, sì, ma anche campagne di sensibilizzazione rivolte ai più giovani. Serve coinvolgerli, responsabilizzarli, far capire loro che la bellezza che ci circonda non è scontata, né eterna. E che ogni gesto conta.
Il Teatro Apollo non può diventare l’ennesimo simbolo di un’educazione che manca. Merita rispetto. E con esso, lo merita Lecce.
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