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Crisi idrica: Cia Due Mari chiede attivazione stato di emergenza e calamità naturale

“Non c’è più tempo da perdere, la situazione è drammatica e all’emergenza non si può che rispondere con strumenti emergenziali, bypassando immediatamente ogni procedura ordinaria”.

Con queste parole, la CIA Agricoltori Italiani di Puglia, area Due Mari Taranto-Brindisi, ha ufficialmente richiesto alla Regione Puglia di sollecitare il Governo centrale affinché venga decretato lo stato di calamità naturale a causa della grave crisi idrica che da settimane sta colpendo la provincia di Taranto.

“Purtroppo – ha spiegato la CIA – ogni iniziativa e soluzione temporanea adottata finora non ha dato i frutti sperati. In diverse aree, il quantitativo d’acqua erogato non soddisfa le esigenze degli agricoltori, che rischiano di perdere non solo le produzioni, ma anche gli impianti arborei che non ricevono l’acqua sufficiente e necessitano di interventi straordinari immediati. Nonostante la buona volontà dimostrata dall’assessorato regionale all’Agricoltura, da Acque del Sud, dal Consorzio Unico di Bonifica, da Arif Puglia e dalle squadre di manutenzione, ogni sforzo finora non è riuscito a salvare la stagione irrigua, poiché i danni di venti anni di abbandono delle strutture irrigue non si riparano in poco tempo. L’ipotesi di un bypass dalla Basilicata non risolverà i problemi causati dal crollo della galleria che trasporta l’acqua dalla diga di San Giuliano alla Puglia, poiché l’acqua fornita proviene sempre dalla diga di Monte Cotugno”.

Per questi motivi, la CIA richiede l’attivazione immediata dello stato di emergenza e calamità naturale e sollecita tutti i sindaci del territorio, il presidente della Provincia di Taranto, i consiglieri regionali, i parlamentari tarantini, i sindacati dei lavoratori agricoli e le associazioni di categoria a sostenere questa causa, che riguarda l’intero settore agricolo. La situazione attuale preannuncia un disastro: l’acqua è scarsa e le dighe sono vuote, mettendo a rischio l’intera economia agricola del territorio, numerosi posti di lavoro e il futuro del settore primario. È necessario razionare anche l’acqua per uso potabile e intervenire subito per salvare le colture di pregio, utilizzando risorse economiche straordinarie e attivando tutte le possibili fonti di approvvigionamento idrico alternativo.

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