FOGGIA – È allarme rosso per il grano pugliese: nel giro di un solo mese il prezzo del grano duro è crollato di 22 euro a tonnellata, passando da 337 euro il 12 marzo a 315 euro il 16 aprile. A lanciare l’allarme è Coldiretti Puglia, che ha convocato d’urgenza un tavolo di crisi presso la Camera di Commercio di Foggia per discutere le contromisure da adottare prima dell’avvio della nuova campagna cerealicola.
Crisi strutturale aggravata da speculazioni e import selvaggi
Secondo Coldiretti, le cause principali della crisi sono da ricercare nelle importazioni massicce dall’estero, nella scarsa valorizzazione del prodotto locale e negli effetti del cambiamento climatico. “Siamo davanti a un’anomalia di mercato che mette a rischio 38mila aziende agricole pugliesi”, ha dichiarato Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia, evidenziando come i ricavi attuali non riescano più a coprire i costi di produzione.
“Le importazioni selvagge stanno affossando il settore – aggiunge Pietro Piccioni, direttore regionale – con oltre 392mila tonnellate di grano canadese arrivate in Italia, +68% rispetto allo stesso periodo della campagna precedente”. Una concorrenza ritenuta sleale anche per le pratiche agricole consentite in quei Paesi, dove sono usate sostanze vietate in Europa come il glifosato o il chlorothalonil.
Richiesta alla Regione: “Misure ad hoc per evitare il collasso”
Dal tavolo di crisi è emersa con forza la richiesta di Coldiretti alla Regione Puglia di varare una misura di sostegno specifica per i cerealicoltori, al fine di tutelare uno dei settori strategici dell’agroalimentare regionale. “Il Granaio d’Italia è a rischio – ha avvertito Mario de Matteo, presidente di Coldiretti Foggia – se non si interviene ora, la superficie coltivata continuerà a diminuire”.
Serve una filiera equa e sostenibile
La Coldiretti chiede anche il rilancio degli accordi di filiera tra agricoltori e industria, per garantire qualità, trasparenza e prezzi equi. E, soprattutto, un maggiore controllo alle frontiere: “La nostra mobilitazione nei porti – spiegano – serve a difendere la sicurezza alimentare e i diritti dei produttori italiani”.
In conclusione, Coldiretti ribadisce la necessità di “una strategia nazionale per difendere il grano italiano dalle distorsioni del mercato globale, assicurando reddito agli agricoltori e qualità ai consumatori”.
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