Detenuti con disagio mentale, appello del Sappe: “Riaprire OPG”

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Federico Pilagatti (Sappe): “Il carcere non è un luogo di cura. La situazione è fuori controllo, servono misure urgenti”.


“La chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari è stata una scelta ideologica che ha superato persino la riforma Basaglia”. È quanto denuncia Federico Pilagatti, segretario nazionale del Sappe, il sindacato autonomo della polizia penitenziaria, in una nota che rilancia l’allarme sulla gestione dei detenuti affetti da patologie psichiatriche all’interno delle carceri italiane.

La legge 180 del 1978, firmata dal ministro Franco Basaglia, segnò la fine dei manicomi in Italia, ma lasciò in funzione gli OPG, unici presidi destinati alla cura delle persone con disturbi mentali autori di reati. Oggi, però, anche quelle strutture sono state chiuse, senza che siano state create soluzioni alternative efficaci.

“Il reo folle puó far male a sé e agli altri – scrive Pilagatti –, come dimostra il caso recente dell’evaso De Maria, che dopo la fuga ha ucciso una donna e ferito un uomo prima di suicidarsi dal Duomo di Milano”.

Secondo il Sappe, la chiusura degli OPG ha lasciato un vuoto pericoloso. Oggi i detenuti con disturbi psichici restano in carcere o finiscono in lista d’attesa per le Rems, strutture spesso insufficienti, con tempi di accesso di mesi o anni. Molti, terminata la pena, tornano in libertà senza aver ricevuto cure adeguate.

Ulteriore criticità, sottolinea il sindacato, è il trasferimento della sanità penitenziaria alle Regioni con il decreto Prodi del 2008, che secondo Pilagatti “ha smantellato quanto di buono era stato fatto”. Il Servizio Sanitario Nazionale, cui spetta l’assistenza ai detenuti, dovrebbe garantire prevenzione, cura e sostegno del disagio psichico, ma nella maggior parte dei casi ciò non avviene.

“Alcune ASL si impegnano, ma il più delle volte i malati psichiatrici vengono abbandonati, e i poliziotti penitenziari, che non sono formati per gestirli, si ritrovano a far fronte a situazioni drammatiche e pericolose”, spiega il segretario nazionale evidenziando come spesso si verifichino episodi di autolesionismo, suicidi e aggressioni verso il personale.

Per la Regione Puglia, Pilagatti ricorda la dichiarazione dell’ex assessore alla Sanità Vito Palese, che, sollecitato dai consiglieri Antonio Tutolo e Giacomo Splendido, aveva riconosciuto la carenza di specialisti psichiatrici nelle carceri del territorio.

Il Sappe conclude chiedendo al Governo e alle Istituzioni “la riapertura urgente di strutture dedicate alla cura dei detenuti con gravi disturbi mentali”, per garantire loro l’assistenza sanitaria prevista dalla legge e dalla Costituzione, e tutelare insieme la sicurezza degli operatori e della collettività.

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