Criminalità organizzata di stampo mafioso: 10 indagati tra Erchie e Brindisi per reati contro patrimonio

BRINDISI- Sarebbero dieci gli indagati coinvolti nell’operazione antimafia dei carabinieri della compagnia di Brindisi scattata all’alba del 21 giugno: 6 persone sono state raggiunte da custodia cautelare in carcere e 4 da sottoporre agli arresti domiciliari per reati contro il patrimonio.

I predetti sono ritenuti responsabili di aver fatto parte della medesima organizzazione criminale di tipo mafioso, capeggiata da uno degli odierni indagati e riconducibile alla frangia della “Sacra Corona Unita” del mesagnese Francesco Campana, dedita alla consumazione di reati contro il patrimonio (in particolare rapine, estorsioni, furti e ricettazione), commessi in concorso negli anni 2014, 2015 e 2018.

Inizio attività d’indagine: la rapina in tabaccheria del 2018

L’indagine, convenzionalmente denominata “Nexus”, e inizialmente diretta dalla Procura della Repubblica di Brindisi è stata condotta dalla sezione Operativa del Nor della compagnia di Brindisi, e trae origine da una rapina a mano armata commessa la sera del 22 febbraio 2018 ai danni di una tabaccheria di Brindisi, a seguito della quale, dopo un inseguimento, sono stati tratti in arresto in flagranza di reato tre soggetti del luogo. Nel prosieguo delle ricerche dell’arma utilizzata nella rapina e del denaro provento del reato, il personale operante ha constatato, lungo una strada interpoderale percorsa dai rapinatori in fuga, la presenza di due soggetti, anch’essi tra gli odierni indagati, noti per i loro collegamenti con personaggi di spicco della locale criminalità organizzata.

La predetta circostanza, valutata nei termini di un’anomala coincidenza, ha aperto il campo all’ipotesi investigativa circa il coinvolgimento, in ordine all’evento delittuoso, di altri soggetti e ha fornito al contempo spunto per l’inizio di un’attività tecnica d’intercettazione. In particolare, le conversazioni successivamente captate hanno consentito subito di rilevare elementi di rilevanza investigativa in ordine all’esistenza di un’associazione a delinquere di tipo mafioso, dedita alla consumazione di reati contro il patrimonio, specialmente estorsioni, promossa e diretta dal carcere da uno degli indagati.

Lo sviluppo successivo delle attività tecniche e l’esito di numerosi servizi di osservazione e pedinamento svolti sul terreno dai carabinieri di Brindisi, oltre a delineare i ruoli dei partecipi e, in particolare, quello del capo e promotore dell’associazione che ha veicolato gli ordini nel corso dei colloqui settimanali con la compagna, avvalendosi anche dei cd. “pizzini”, ha permesso altresì di acquisire una solida piattaforma probatoria in ordine alla consumazione di una serie di reati contro il patrimonio (quali rapine, furti, ricettazioni ed estorsioni aggravate dal metodo mafioso), avvenuti ai danni di commercianti della zona. In particolare, tra gli episodi più significativi, è stato riscontrato un episodio di esplosione di colpi d’arma da fuoco a scopo intimidatorio nei confronti di un noto autoconcessionario di Brindisi e il successivo danneggiamento a mezzo di incendio di alcune vetture parcheggiate all’interno dell’autosalone, con la conseguente richiesta estorsiva ai danni del proprietario.

I riscontri effettuati nel corso delle indagini hanno consentito altresì di trovare e sequestrare diversi autoveicoli, oggetto di furto in provincia di Brindisi e poi restituiti agli aventi diritto, asportati col fine di attuare le azioni delittuose dell’organizzazione criminale o finanziarne le attività illecite.

L’intera attività d’indagine è stata coordinata dai pm Giovanna Cannarile della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce e Giovanni Marino della Procura della Repubblica di Brindisi.

 

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