Dopo la condanna a sei anni di reclusione è arrivata anche la misura di prevenzione per il 46enne brindisino Cosimo Carrisi, accusato di aver provato a estorcere denaro all’organizzatore della festa dell’Ave Maris Stella” al Casale di Brindisi.
Il Tribunale di Lecce, condividendo gli elementi raccolti con approfondita istruttoria della Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Brindisi, ha accolto la proposta formulata dal Questore Annino Gargano, attestando l’estrema pericolosità sociale del soggetto “contiguo alla criminalità organizzata e riconducibile alla frangia brindisina della Sacra Corona Unita”.
In particolare, nel settembre scorso, la Squadra Mobile, a seguito di “indagini lampo” aveva arrestato l’uomo insieme ad un’altra persona con l’accusa di tentata estorsione aggravata al fine di agevolare l’attività delle locali associazioni di tipo mafioso.
Gli stessi, recentemente condannati dal Tribunale di Lecce, avevano tentato di estorcere denaro e fatto pressioni sul giovane organizzatore della festa “Ave Maris Stella” nel rione Casale che, ottenuta l’autorizzazione allo svolgimento dell’evento, aveva iniziato a contattare gli ambulanti per il posizionamento delle bancarelle. Uno dei condannati esigeva che la vittima si facesse da parte, ritenendo che la festa fosse “roba sua” e che gli venisse corrisposta da questi la somma di 10 mila euro.
Nel comunicato della Questura di Brindisi si legge: “La gravità delle minacce rivolte alla vittima aveva spinto gli inquirenti a contestare l’aggravante dell’art. 416 bis c.p. e, parallelamente, il Questore di Brindisi aveva avviato l’istruttoria per l’applicazione della misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di P.S. ai sensi del D.Lgs. 159/11”.
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